Il Comune di Genova non smentisce la notizia secondo cui i ‘cassoni’ della nuova diga foranea del porto potrebbero essere realizzati all’interno del sesto modulo dello scalo container di Pra’. C’è allo studio anche l’ipotesi di Vado Ligure, ma questa pare assolutamente in secondo piano.
È il senso della risposta data alla consigliera comunale del Partito Democratico, Cristina Lodi, da parte dell’assessore comunale con delega alla Portualità, Francesco Maresca, all’interno del ‘question time’ di ieri pomeriggio a Palazzo Tursi.
Sul tema dei ‘cassoni’ c’è moltissima tensione a ponente e alcuni comitati e associazioni di cittadini sono pronti a manifestare. Tra questi, Pegli Bene Comune, che da anni si batte contro il prolungamento della diga del porto di Pra’ verso levante, e anche la Fondazione Primavera, che storicamente è molto vicina al presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza.
L’assessore Maresca ha approfondito il concetto espresso nei giorni scorsi dal sindaco Marco Bucci: se i ‘cassoni’ saranno costruiti a Pra’, “il trasporto dei materiali avverrà comunque via mare e non tramite camion, senza intaccare la viabilità ordinaria e portuale. L’unico fastidio per i residenti sarebbe quello di vedere i ‘cassoni’ a più di un chilometro di distanza. Ribadisco che allo stato delle cose ci sono altre ipotesi in ballo, come quella di Vado Ligure. In ogni caso non ci saranno su Pra’ convergenze negative e proprio Pra’ è al centro del grande progetto del Parco delle Dune sul quale abbiamo investire e continueremo a investire molte risorse, trasformandolo in un polmone verde per tutta la città”.
Sul tema ‘cassoni’ sta lavorando anche il capogruppo della Lista RossoVerde, Filippo Bruzzone, che ha nuovamente sollecitato, nei giorni scorsi, l’inserimento nei lavori del Consiglio Comunale di una mozione sul tema: “Ricordo che, in caso di costruzione dei ‘cassoni’ a Pra’, viene presa in considerazione la possibilità di superare i limiti di rumore previsti dal Piano di Classificazione Acustica del Comune di Genova, con la possibilità di ‘valutare di procedere con la richiesta di autorizzazione di emissione in deroga’. Eppure, più volte il Sindaco ha dichiarato che l’area interessata dall’eventuale cantiere sia da destinarsi a parco urbano. Per questo, chiedo attraverso la mozione che il Comune si attivi con gli enti e gli uffici preposti al fine di procedere a una modifica del progetto circa la costruzione della nuova diga foranea di Genova, con la finalità di prevedere, quale area di cantiere per la prefabbricazione dei ‘cassoni’ e trattamento (frantumazione e vagliatura) del materiale da demolizione, una porzione di area portuale il più distante possibile dalle abitazioni”.
Nel frattempo, in Consiglio Municipale al VII Ponente è stato presentato un ordine del giorno sul tema da parte dei consiglieri di minoranza Roberto Ferrando (Partito Democratico), Alessio Boni (Lista RossoVerde), Claudio Chiarotti (Partito Democratico), Massimo Currò (Movimento 5 Stelle) e Fabio Quartino (Genova Civica). Il documento, tenendo conto di “quanto emerso a più riprese a mezzo stampa circa l‘ipotesi di costruire i ‘cassoni’ propedeutici alla realizzazione della nuova diga del porto di Genova, presso il bacino portuale di Prà” e tenendo conto “del disagio e dell’inquinamento, che tale cantiere di lavoro, posto a pochi passi dalle abitazioni, andrebbe ad arrecare alle delegazioni del nostro Municipio, in particolare Pra’ e Pegli”, impegna il presidente del Municipio VII Ponente e la Giunta Municipale “a invitare con urgenza in Consiglio Municipale il presidente di Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, il sindaco e tutti i soggetti preposti al fine di esprimere ferma contrarietà a suddetta ipotesi”.