Municipio Ponente - 25 novembre 2022, 18:33

Ponente in rivolta contro l’ipotesi di costruire i cassoni della nuova diga foranea a Pra’

Durissime posizioni da parte del Comitato Pegli Bene Comune e della Fondazione Primavera: “Noi da queste parti abbiamo già dato”. Si chiedono incontri con le istituzioni e con Autorità Portuale

È rivolta a Ponente contro la prospettiva di realizzare i cassoni della nuova diga portuale di Genova nel porto container di Genova Pra’. La zona ovest della città rischia di trovarsi con un’altra pesantissima servitù, oltre a quelle già esistenti, e pronuncia il suo secco no, attraverso vari comitati operanti sul territorio.

Tra i primi a muoversi c’è il Comitato Pegli Bene Comune, che parla di “un cementificio di dimensioni mai viste: in questo ci vogliono trasformare”. Pegli Bene Comune, che storicamente si batte contro l’ipotesi di allungamento della diga del porto di Pra’ verso Levante, spiega: “Sette milioni di tonnellate di materiale pietroso da trasportare e ‘montare’ nell'area del cosiddetto ‘Sesto Modulo’, ossia l’estrema propaggine del porto di Pra’ verso Pegli. Tutto questo per realizzare i 104 ‘cassoni’ che diventeranno la nuova diga di Genova, ‘cassoni’ la cui realizzazione dovrebbe iniziare entro pochi mesi, stando alle notizie che da tempo riferiscono gli organi di stampa”.

Secondo i cittadini, si tratta di un “cementificio che comporterebbe, per anni, il transito di migliaia e migliaia di camion, che con il loro carico riempirebbero di smog e polveri i quartieri del Ponente, ancora una volta a scapito della salute di chi vi abita, con evidenti conseguenze anche sul valore degli immobili, a ulteriore rischio di svalutazione. I ‘cassoni’ potrebbero raggiungere i quaranta metri di larghezza, superare di molto i cinquanta di lunghezza ed essere alti fino a più di trenta metri: praticamente come palazzi alti dieci piani”.

E il Comitato Pegli Bene Comune anticipa gli scenari: “Non essendo possibile il trasporto via mare, i materiali arriverebbero tutti su strada, con il risultato di peggiorare la già problematica viabilità del Ponente, già vittima del traffico cittadino e reduce dal crollo del Ponte Morandi, e di inquinare ulteriormente l’aria di quartieri che, da decenni, sono gravati da numerose attività industriali e servitù cittadine. Senza contare poi l’impatto visivo in termini di oscuramento dei nostri litorali, vista l’altezza dei singoli manufatti”.

Per questo il Comitato, dopo aver raccolto 7.000 firme nel 2013 contro l’ipotesi di prolungamento verso Pegli e Voltri della Diga Foranea del porto di Pra’, “dice no all’ipotesi di fabbricazione dei ‘cassoni’ nel Ponente genovese, e chiede a gran voce ad Autorità Portuale e istituzioni locali di individuare una sede alternativa che non impatti sulla salute e sul benessere dei cittadini. Chiediamo di confrontarci con i soggetti istituzionali e siamo pronti a reagire al più presto per scongiurare uno scenario che sarebbe devastante per il Ponente genovese, un territorio che ha già dato”.

Contrarietà anche da parte della Fondazione Primavera, attraverso il suo organo di stampa ‘Supratutto’: una posizione di rilievo, perché si tratta di una realtà da sempre molto vicina al presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza, e quindi a un amministratore del territorio. Secondo la Fondazione, “la nuova diga per ampliare il porto di Sampierdarena è in via di attuazione: porterà soldi e lavoro ma a Pra’ porterà anche tanto, tantissimo nuovo disagio. Sì, perché Autorità di Sistema Portuale intende scegliere proprio Pra’ per installare la fabbrica dei grandi ‘cassoni’. Ovviamente per costruirli ci vorrà parecchio materiale, che arriverà sulla banchina di Levante, proprio quella banchina che noi cittadini avevamo chiesto per noi: lungo quella banchina, infatti, volevamo prolungare la passeggiata ciclo pedonale, là dove terminerà il Parco delle Dune in via di ultimazione. Un parco che, a questo punto, diventerebbe un belvedere sulla fabbrica dei cassoni. Noi a Pra’ abbiamo già dato e continuiamo a dare… Vogliamo invece proseguire con le opere di mitigazione e di abbellimento per migliorare la nostra qualità di vita, vogliamo proseguire la passeggiata lungo il sesto modulo a Levante”. Queste le voci dei cittadini, in attesa di sentire quelle delle istituzioni.


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