La penultima giornata del festival Testimonianze ricerca azioni di Teatro Akropolis, arrivato alla XIII edizione con la direzione di Clemente Tafuri e David Beronio, sabato 12 novembre comprende il seminario di Marco De Marinis La relazione teatro-città e il suo rovescio: Laboratorialità, apolitologia, Terzo Teatro al Museo Biblioteca dell’Attore (via del Seminario 10) alle 14.30, e due spettacoli in scena nella sede di Sestri Ponente (via Mario Boeddu 10) dalle 20.30: Ça ira diretto e coreografato da Francesco Colaleo e Maxime Freixas di Cie MF, Larva di e con Carlo Massari della C&C Company.
Il laboratorio La relazione teatro-città e il suo rovescio: Laboratorialità, apolitologia, Terzo Teatro rinnova l’occasione di incontrare Marco De Marinis, presenza costante al festival Testimonianze ricerca azioni, già docente di Discipline Teatrali all’Università di Bologna, attualmente parte dell’équipe scientifica permanente dell’ISTA, International School of Theatre Anthropology, diretta da Eugenio Barba. La storia del teatro contemporaneo è disseminata di laboratori e di comunità teatrali, specie di moderni e laici monasteri che prendono senso e forza proprio dal loro distanziarsi a volte anche fisicamente dalla città e dalla società dello spettacolo che la abita. È ciò che con Peter Stoterdijk potremmo chiamare apolitologia teatrale. Rivisitare in questa chiave la vicenda, tutt’altro che conclusa (come spesso si dice), del Terzo Teatro, può essere interessante e riservare sorprese. Il manifesto del Terzo Teatro, inteso come un universo teatrale segnato da una forte etica sociale e da una vocazione radicale, fu scritto da Eugenio Barba nel 1976. Il laboratorio di Marco De Marinis è gratuito con prenotazione obbligatoria e si tiene al Museo Biblioteca dell’Attore.
La sera il Festival si sposta al Teatro Akropolis di Sestri Ponente. Alle 20.30 va in scena Ça ira, che in francese significa “questo andrà” interroga il verbo di moto andare (dove? quando? come?), piuttosto che la sua funzione retorica di espressione d’incoraggiamento. In scena, i tre interpreti Pieradolfo Ciulli, i coreografi Francesco Colaleo e Maxime Freixas, simili ai soggetti dei quadri del pittore surrealista Max Ernst, hanno sembianze di uomini uccello e compiono un vero e proprio viaggio senza destinazione ultima. Percorrono la diagonale del palco, esplorano tutta la superficie del triangolo rettangolo costruito su questa ipotenusa, per comprendere che alla fine non si va da nessuna parte, ma che «questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte» (Nietzsche).
Il secondo spettacolo, alle 21.45, è Larva di e con Carlo Massari della C&C Company, primo capitolo della ricerca triennale Metamorphosis. Atti di metamorfosi contemporanea. È un’indagine sulle trasformazioni, sul cambiamento, l’alterazione fisica e spirituale dell’essere, la ricerca della propria natura, identità, forma. L'uomo, animale pensante e dotato di una coscienza individuale, messo in relazione con i suoi istinti più veri e la sua faccia più animalesca. Nell’assopimento, nel torpore, nella stasi, nelle debolezze del quotidiano, la bestia nel cuore è forse l’esplosione di cui abbiamo davvero bisogno per sentirci in qualche modo ancora vivi. La seconda parte della trilogia Metamorphosis, Blatta, va in scena in anteprima domenica 13 novembre alle 19 al Teatro Akropolis.