Eventi - 10 novembre 2022, 18:29

Genova al tempo di Rubens lanciando uno sguardo verso l’Oriente, a palazzo Rosso la mostra sui tappeti Sanguszko

Apriranno al pubblico nei Musei di Strada Nuova l’11 novembre e saranno visitabili fino al 12 febbraio 2023 due mostre che intendono indagare la Genova al tempo di Rubens lanciando uno sguardo verso l’Oriente

Apriranno al pubblico nei Musei di Strada Nuova l’11 novembre e saranno visitabili fino al 12 febbraio 2023 due mostre che intendono indagare la Genova al tempo di Rubens lanciando uno sguardo verso l’Oriente.

Palazzo Rosso ospita infatti l’esposizione I MAGNIFICI TAPPETI SANGUSZKO. “I tappeti più belli del mondo”: Capolavori dalla Persia del XVI secolo, mentre a Palazzo Bianco sarà protagonista FIGURE PERSIANE. RUBENS, I GENOVESI E L’ARTE SAFAVIDE.

Entrambe le mostre sono organizzate in collaborazione con la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica e si inseriscono in “Genova per Rubens. A Network”. Il progetto ideato e curato da Anna Orlando, che accompagna la mostra in corso a Palazzo Ducale “Genova per Rubens” e che coinvolge oltre 50 realtà pubbliche e private in un percorso rubensiano all’interno della città di Genova, si arricchisce dunque di due preziosi tasselli.

“La mostra I Magnifici Tappeti Sanguszko – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci – propone una serie di splendidi manufatti persiani che trova nelle sale di Palazzo Rosso la sua ambientazione ideale. Questi tessuti sono testimoni di un rapporto continuo tra la nostra città e il Medio Oriente e raccontano un collezionismo erudito e affascinante, di cui Genova fu assoluta protagonista. La mostra celebra inoltre la memoria di Alessandro Bruschettini a poco più di un anno dalla sua scomparsa. Uno straordinario genovese, illuminato industriale farmaceutico, ma soprattutto un amante della cultura a 360 gradi con una particolare predilezione per l’arte islamica e orientale. Un appuntamento che, ne sono certo, consentirà di aumentare ulteriormente la qualità della nostra offerta culturale”.

“Per Palazzo Rosso si concretizza un progetto di meravigliosa ‘contaminazione’ fra le collezioni permanenti del museo e questo gruppo di tappeti persiani senza eguali che provengono dai più importanti musei e raccolte del mondo. Un’idea nata più di un anno fa - ha dichiarato Raffaella Besta, direttore Musei di Strada Nuova – per commemorare Alessandro Bruschettini con un’iniziativa in linea con le sue passioni, ricreando l’atmosfera che si respirava nelle storiche dimore genovesi quando gli arredi e i tessuti più preziosi venivano da Oriente, come evidenzia anche la mostra di Palazzo Bianco”.

“La Fondazione Bruschettini è orgogliosa di aver collaborato con il Comune di Genova alla realizzazione di un progetto che vede dialogare Occidente e Oriente con risultati straordinari – ha aggiunto Elisabetta Raffo, direttore della Fondazione Bruschettini – Ci auguriamo che questa collaborazione possa proseguire in futuro riportando Genova, attraverso l’arte, al suo naturale ruolo storico di capitale europea aperta sul Mediterraneo in dialogo con culture ‘altre’: il presente si costruisce sul passato e, all’insegna della bellezza, apertura, dialogo e interculturalità sono le chiavi per garantire un futuro sempre più sostenibile”.

I MAGNIFICI TAPPETI SANGUSZKO. “I tappeti più belli del mondo”: Capolavori dalla Persia del XVI secolo

L’esposizione, che trae spunto dal restauro, sponsorizzato dalla Fondazione Bruschettini, di uno dei tappeti Sanguszko, proprietà dell'Instituto Valencia de Don Juan di Madrid ed è dedicata alla memoria di Alessandro Bruschettini, il grande intellettuale e collezionista genovese recentemente scomparso, trova nelle sale di Palazzo Rosso, da poco riaperto al pubblico, la sua ambientazione ideale.

Infatti, la città di Genova, sin dai secoli del Medioevo, è stata un centro nevralgico del commercio dei tappeti orientali, utilizzati dalle famiglie più abbienti nelle loro dimore e destinati ad impreziosire proprio gli edifici più importanti.

Curata da Michael Franses, la mostra presenta contemporaneamente al pubblico – ed è la prima volta in Italia – un numero rilevante di straordinari tappeti persiani del XVI secolo.

Nella prima parte del percorso espositivo – altra eccezionalità – viene riunito uno dei più importanti gruppi di tappeti safavidi, costituito da manufatti prodotti nella città di Kerman e denominato “Sanguszko”, dal nome della nobile famiglia polacca che ne ha posseduto uno degli esemplari più noti. Si tratta di una serie di splendide opere d’arte create nel periodo safavide, alla metà del XVI secolo, da artisti di livello eccezionale.

Realizzati con la tecnica dell’annodatura, impiegando filati di lana, cotone e seta di altissima qualità, questi meravigliosi tappeti sono caratterizzati da un’incredibile varietà di figurazioni che alludono alle bellezze della terra e alla vita ultraterrena.

Veri e propri “giardini portatili”, parchi di delizie popolati di animali, angeli e musici, erano tenuti in massima considerazione e considerati degni delle dimore più sontuose.

Dei quattordici Sanguszko ancora esistenti, otto sono visibili nelle sale del primo piano di Palazzo Rosso, mentre gli altri sei, per dare un quadro completo di questa tipologia, sono presentati sotto forma di riproduzioni in formato 1:1.

Al secondo piano dell’edificio il pubblico può ammirare altri quindici meravigliosi tappeti, tra i quali nove in originale e sei sotto forma di riproduzione, provenienti sia da Kerman, sia da altri centri di produzione persiani, come Tabriz o Mashhad. Databili al XVI e XVII secolo, questi manufatti, alcuni dei quali in passato accostati al gruppo Sanguszko, contribuiscono ad ampliare il panorama dell’arte del tappeto nell’epoca Safavide, offrendo ai visitatori l’occasione per scoprire altre tipologie e differenti tipi di decori.

La mostra è possibile grazie alla disponibilità di illustri prestatori pubblici e privati, tra i quali il Museo del Louvre, Il Museo del Tessuto di Lione, il Museo d’Arte Islamica di Berlino, il duca di Buccleuch, il Museo Poldi Pezzoli e la Pinacoteca di Brera di Milano, la Fondazione Thyssen-Bornemisza, l’Instituto Valencia de Don Juan e la stessa Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica.

Redazione