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Sanità | 26 ottobre 2022, 17:40

Malati stipati al Villa Scassi, Sansa: “Pazienti da quattro giorni sulle brandine”

“100 accessi al giorno in una struttura che potrebbe accoglierne poco più della metà"

Malati stipati al Villa Scassi, Sansa: “Pazienti da quattro giorni sulle brandine”

Il consigliere regionale Ferruccio Sansa torna a parlare di sanità dopo la denuncia dei giorni scorsi sulla situazione al pronto soccorso del San Martino. 

“100 accessi al giorno in una struttura che potrebbe accoglierne poco più della metà. 

Pazienti da tre, quattro giorni sulle brandina in attesa di trovare posto in un reparto. Immaginate voi l'angoscia di soffrire e vedere tanta sofferenza accanto a voi. Sì, perché c'è qualcuno che lotta per la vita, lo vedi dai parametri che compaiono sui monitor, dal silenzio che si crea intorno al letto. Lo capisci da un'esile paratia che qualcuno ha messo in mezzo a una stanza per provare a dividere la vita dalla morte. 

Corrono medici, infermieri, oss, corrono da una parte all'altra del reparto senza fermarsi un attimo...eppure riescono lo stesso a salvare un piccolo gesto che vale quanto una medicina: uno sguardo, una parola, una stretta di mano. Una carezza. "Dottore, dottore", chiede una donna che forse non capisce nemmeno dov'è. Perché si trova qui. Accanto a lei un uomo con il volto che è un enorme ematoma viola. Il dottore si ferma, ascolta, prova a sorridere. Ma quanto può durare così? Come possono resistere i malati e i sanitari che vivono così da anni? Il pronto soccorso di Villa Scassi, che accoglie tanti pazienti quanti quello di San Martino pur molto più grande, ha soltanto 19 medici e 60 infermieri. Ma solo 7 medici sono a tempo indeterminato, gli altri vengono dal 118 e tra otto mesi gli scadrà il contratto. E poi? Chissà. Molti forse se ne andranno. Di più: due medici tra pochi mesi sono già in partenza.

I lavori di ampliamento che dovevano essere già finiti sono slittati a giugno. Chissà. "Dottore, dottore", mi prende la mano un vecchio. Meglio non dire che non sono un medico, meglio lasciargli una speranza cui aggrapparsi. Ma che cosa posso rispondergli? 

E cosa posso dire ai medici, agli infermieri, alle oss incrociando i loro occhi che sporgono dalle mascherine?”.

Redazione

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