Gli abitanti della Valpolcevera sanno essere inarrestabili: oltre al progetto QuartieriAmo, molti dei membri del Comitato Rivarolo sono anche impegnati nell’opera di recupero della settecentesca Villa che si trova nel quartiere e che è diventata Luogo del Cuore FAI nel 2020. “Fa parte del voler rendere gradevoli gli spazi in cui abitiamo”, spiegano le promotrici dell’iniziativa, che ha lo scopo appunto di regalare bellezza a chi abita o si trova di passaggio nel quartiere.
Come appunto Villa Pallavicini: una dimora storica che affaccia sull’omonima piazza, che ha ospitato nel corso della storia la famiglia Pallavicini prima, e in epoca più recente gli uffici comunali, una scuola, i Vigili urbani e i Carabinieri e nei corpi laterali la scuola per l’infanzia delle Suore Dorotee. Tante facce, ma un solo cuore pulsante: proprio sulle scale di marmo della facciata principale si sono svolte importanti manifestazioni che hanno riguardato Rivarolo e la Valpolcevera, a riprova che l’edificio che non ha mai perso il significato simbolico per i residenti della zona.
Nel 2020 è scattata la raccolta firme per far entrare l’edificio tra gli immobili di valore storico da ristrutturare e riutilizzare: “Il progetto è già stato presentato - spiegano i membri del comitato - e vorremmo praticamente riportare le cose a come stavano 30 anni fa. Al piano nobile gli uffici del municipio, che ora si trovano a Bolzaneto; al piano basso un presidio culturale con un museo dedicato alla storia della Valpolcevera; e poi una serie di uffici per evitare agli abitanti della zona di doversi spostare verso il centro e, perché no, far spostare chi vive in centro verso Rivarolo, per tornare a far vivere la periferia. Anche i Vigili urbani vorrebbero tornare ad avere uffici lì”.
Ora la villa presta lo spazio del giardino alle macchine in sosta, “perché la proprietà li affitta”, spiegano ancora. E il loro impegno è tangibile: nel 2020, in piena pandemia, raccogliere nominativi per portare avanti il progetto è stato difficile, perché non si poteva far nessun tipo di banchetto informativo. “Abbiamo raccolto adesioni online, ci siamo dedicati al progetto ognuno con le sue capacità”. E qualcuno ha anche avuto idee originali: “attraverso un proiettore da ufficio sono state proiettate immagini sulla facciata laterale della villa durante le ore serali durante il periodo di natale, per mandare messaggi di speranza, frasi dedicate alla Villa e al periodo che stavamo vivendo e immagini. Ci coordinavamo da un balcone all’altro, e anche il Fai ci ha fatto i complimenti per questa iniziativa”.
La villa, infatti, al calar del sole non ha al momento alcun tipo di illuminazione: e anche se questo non sembra essere un problema per molti passanti distratti, ha catturato l’attenzione di un osservatore speciale. “Durante una raccolta firme a una sagra, una bambina che era lì ferma con la mamma mentre lei lasciava il suo nome a sostegno dell’iniziativa, ha riconosciuto nelle immagini la casa che vedeva ogni giorno accanto alla sua scuola - continuano a raccontare -. Incuriosita, mi ha chiesto come mai quella casa aveva sempre le finestre chiuse, perché così il sole non poteva mai entrare dentro le stanze. In quel momento le ho raccontato la storia, e le ho spiegato che se un giorno dovesse vedere aperte quelle finestre, allora vorrà dire che la firma della sua mamma è servita allo scopo”.
La raccolta firme per cambiare il destino della Villa Pallavicini continuerà fino al prossimo 15 dicembre. Al momento i voti registrati sono 2.865 e fanno posizionare la villa al 24esimo posto della classifica generale del FAI.
“Il nostro sogno è quello di vedere tutti i pezzi di questo puzzle enorme incastrarsi - concludono i rappresentanti dei comitati della zona - riqualificare il quartiere, renderlo un posto più bello, questo è quello che muove le attività di tutti quanti”.