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Municipio Ponente | 19 ottobre 2022, 13:40

Pegli, il Museo Navale verso una radicale trasformazione

È la struttura più debole rispetto a quelle gestite dal MuMa. Entro fine anno il Salone degli Argonauti sarà aperto in maniera più estesa alla cittadinanza. Si prospetta la nascita di un polo culturale in delegazione

Pegli, il Museo Navale verso una radicale trasformazione

Tra le quattro strutture gestite dal MuMa, ovvero l’Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni, il Museo Navale di Pegli, all’interno della Villa Doria, in piazza Bonavino, è da sempre l’anello più debole, rispetto invece alle più che buone performance di Galata Museo del Mare, Commenda di Prè e Complesso monumentale della Lanterna.

È una difficoltà antica, quella del pur ricco Museo Navale: perché è fuori mano rispetto agli altri tre, perché vi si è lavorato poco a livello di comunicazione e perché Villa Doria, con relativo parco annesso, non è mai entrata a sistema rispetto all’altra importante attrazione della delegazione di Pegli, ovvero il Parco di Villa Durazzo Pallavicini, dato in affido a privati e negli ultimi anni sempre molto frequentato. Così l’attuale consiglio di amministrazione del MuMa, su input anche del presidente e, prima ancora, del sindaco Marco Bucci, sta cercando di mettere mano alla situazione e di migliorare gli afflussi al Museo Navale, cambiandogli la natura.

Se n’è parlato in occasione dell’ultima seduta della Commissione Cultura di Palazzo Tursi, alla quale hanno partecipato, come membri esterni, sia la presidente del MuMa, Nicoletta Viziano, sia il direttore, Pierangelo Campodonico.

“Non corrisponde al vero - precisa Nicoletta Viziano - la notizia secondo cui il Museo Navale di Pegli verrà chiuso e basta. Non è assolutamente questa la nostra intenzione”. La presidente del MuMa tiene a chiarire questo aspetto, perché “hanno iniziato a circolare voci inesatte, evidentemente c’è stato un difetto di comunicazione”. Però è vero che le performance del Museo Navale sono molto negative (per non dire pessime), “infatti il sindaco per primo ci ha invitato a metterci la testa. L’intenzione - prosegue Nicoletta Viziano - è quella di creare un polo culturale pegliese, che comprenda il Museo Navale ma soprattutto un utilizzo più quotidiano del Salone degli Argonauti”.

A Pegli, specialmente dopo la chiusura del cinema Eden, c’è una cronica mancanza di spazi al chiuso, nella fattispecie di strutture che possano ospitare dalle 150 persone in su. Ne ha Voltri, con il Teatro del Ponente; ne ha Pra’, con il PalaMare sulla fascia di rispetto; non ne ha Pegli e questa lacuna è percepita sia dalla popolazione che dalle numerose associazioni operanti sul territorio e soprattutto dal mondo della scuola.

“Anche per questo l’apertura in maniera più ampia del Salone degli Argonauti è un nostro obiettivo. Lo faremo il prima possibile, certamente entro la fine del 2022”. Attualmente, il Salone degli Argonauti è utilizzato dal Cup, il Centro Universitario del Ponente, “ma deve essere a disposizione di tutta la cittadinanza, proprio per incontri e conferenze”.

Intanto, i vertici del MuMa continueranno a lavorare per la trasformazione del Museo Navale. Il tema è, per l’appunto, quello del polo culturale pegliese: “Va creato - conclude Nicoletta Viziano - un circuito che comprenda e valorizzi il Museo Navale insieme al Parco di Villa Doria, al Parco di Villa Pallavicini, alla Torre Doria e al Museo Archeologico. Il flusso di turisti a Pegli indubbiamente c’è, va sfruttato decisamente meglio. Ma non ha senso creare un duplicato del Galata. Serve una realtà che possa essere attrattiva sia per chi arriva da fuori sia per chi vive in delegazione ed è alla cronica ricerca di spazi per organizzare le proprie iniziative”.

Messa così, pare cosa buona. Delle linee guida del MuMa si è parlato ieri in Consiglio Comunale. Tra i punti all’ordine del giorno, infatti, vi era: ‘Approvazione della seconda variazione dei documenti previsionali e programmatici 2022/2024 dell’Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni’: pratica passata all’unanimità.

La storia del museo navale ha origini alla fine dell’Ottocento quando tra gli studiosi e gli appassionati di storia marittima iniziò a sentirsi l’esigenza di aprire a Genova un museo dedicato, partendo dai cimeli marinari di proprietà del comune e risalenti all’epoca della Repubblica di Genova, che dal 1908 vennero sistemati in alcune sale del museo civico di Palazzo Bianco.

Il vero e proprio museo navale venne a prendere forma solo a partire dal 1922 quando Fabio Garelli, importante progettista navale, donò al comune di Genova la sua raccolta privata di libri, dipinti, disegni e modelli di navi. La raccolta, denominata ‘Collezione Navale Garelliana’, venne esposta dal 1925 nella villa Giustiniani-Cambiaso di Albaro, allora sede della Regia Scuola di Ingegneria Navale. In pochi anni la raccolta si ingrandì con altre donazioni, fra cui quella di libri dell’armatore Giovanni Battista Bibolini.

Divenuti insufficienti gli spazi di villa Cambiaso, nel 1929 fu deciso il trasferimento delle collezioni nella villa Doria Centurione di Pegli, da poco acquisita dal comune. Il nuovo Museo Navale fu aperto al pubblico nel 1930, ed accanto alla collezione garelliana, riordinata con la collaborazione di Orlando Grosso, vennero esposti anche i cimeli marinari già conservati a Palazzo Bianco.

Il percorso espositivo rimase invariato fino al 1988, quando il museo fu chiuso per lavori di adeguamento; riaperto al pubblico nel 1993 e nuovamente chiuso alcuni anni dopo per i lavori di restauro della villa, è stato riaperto con un nuovo allestimento il 3 dicembre 2004. In quello stesso anno parte delle collezioni vennero trasferite al nuovo Museo del Mare; tra queste il ritratto di Cristoforo Colombo del Ghirlandaio, la Veduta di Genova nell’anno 1481 di Cristofaro Grasso e due globi di Vincenzo Maria Coronelli. Dal 2005 fa parte del circuito museale del MuMa.

Alberto Bruzzone


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