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Municipio Centro Est | 19 ottobre 2022, 17:00

Funivia, cittadini a Tursi: "Amministrazione è disponibile al dialogo solo dopo aver assegnato l'appalto"

Mentre è in corso la discussione in aula sulla realizzazione della funivia dalla Stazione Marittima a Forte Begato, i comitati cittadini continuano a far sentire la propria voce e a opporsi al progetto

Funivia, cittadini a Tursi: "Amministrazione è disponibile al dialogo solo dopo aver assegnato l'appalto"

7 minuti da Principe a Forte Begato per i turisti, 7 mesi di attesa per una visita sanitaria per gli abitanti”. Il comitato Con i piedi per terra, creato dai cittadini per dire no al progetto di costruzione della Funivia che collegherà la Stazione Marittima al Forte Begato, con fermata intermedia nel quartiere del Lagaccio, è sceso ancora una volta in piazza per confermare la contrarietà all’opera. Oggi l’appuntamento è stato fissato per le 14.30 davanti a Palazzo Tursi, proprio nel momento in cui ha avuto inizio la commissione consiliare per discutere del progetto.

Alla presenza di alcuni membri del comitato, accompagnati degli attivisti genovesi di altri municipi, è stato nuovamente fatto il punto della situazione e di cosa comporterebbe per i residenti del quartiere e per la città. 

Nel corso della commissione, anche chi era rimasto fuori ha deciso di raggiungere l’aula, e non sono mancati momenti di tensione tra gli attivisti durante la discussione, che ha richiesto l’intervento della Polizia Municipale. 

Stando alla documentazione a oggi disponibile, la funivia verrà realizzata grazie ai fondi del Pnrr per la qualificazione del sistema dei forti e delle mura: dei 70 milioni previsti, circa 34 saranno destinati al progetto, impedendo una effettiva riqualificazione dell'area. “Prima che il progetto fosse appaltato - scrivono in un volantino i membri del comitato No funivia - ogni richiesta dei cittadini di poterlo esaminare ed eventualmente discuterne con l’amministrazione è stata disattesa. Non appena l’appalto è stato assegnato sindaco e assessori si dichiarano disponibili al dialogo”. E ancora “La funivia viene propagandata come il volano della riqualificazione del quartiere del Lagaccio mentre è esattamente il contrario: le opere che gli abitanti attendono da più di 20 anni non vengono realizzate per mancanza di fondi, ma ci dicono che non appena completata la funivia le faranno tutte”. 

Tante sono le perplessità che animano i cittadini, condivise anche dalla politica. Presente al presidio anche Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa, che commenta: “Un’opera assolutamente inutile quella della funivia che dovrebbe collegare la parte bassa di Genova, i quartieri di Principe/Lagaccio, con i forti: non perché non ci sia bisogno di una valorizzazione di quel quartiere o dei forti, anzi, essendo un’area di pregio dovrebbe essere ristrutturata veramente. 

Sono andato a fare del trekking a settembre e la situazione è allucinante, sia dal punto sentieristico sia dal punto di vista strutturale, l’area è abbandonata a se stessa. Sarebbe necessario un forte investimento che collegasse quella parte della città fruibile e agibile sia dal punto di vista turistico sia da quello sociale: si tratta di spazi grandi e importanti che hanno sicuramente una visuale su Genova straordinaria. 

Qui abbiamo invece un’altra opera di grande cantieristica che distruggerà un quartiere, che impedirà il processo di ristrutturazione della Caserma Gavoglio, che è uno dei punti recuperati della città, e che preoccupa migliaia di cittadini e cittadine che vivono al Lagaccio. Sembra un modo per regalare soldi a progettisti e figure varie, poi magari l’opera non si farà: perché, naturalmente, se si dovesse fare avrà costi altissimi di realizzazione e di manutenzione che ricadranno sui genovesi , e che rischierà di essere non organizzata col territorio e non utilizzata”.

"E' ora di iniziare a dire fieramente NO" - concludono i rappresentanti del comitato Con i piedi per terra - "Il no che ogni porzione di territorio esprime non è un rifiuto cieco, arroccato nella difesa del proprio angolo privato ma, al contrario, è la manifestazione di un'esigenza sentita profondamente delle persone, che intervengono sì di volta in volta a contrastare le contingenze, ma in nome di una comune idea di società e progresso che si preoccupi e metta al primo posto le persone, il loro benessere e la loro salute".

Nel corso della commissione, Antea Guzzi ed Elga Grisot del Comitato hanno elencato una serie di interventi che il quartiere attende di vedere realizzati da anni: "Chiediamo di non essere presi in giro sbandierando progetti mai realizzati come la demolizione del palazzo rosso delle Ferrovie che darebbe respiro al quartiere e la rimessa ex-SATI uno dei tanti edifici abbandonati che attende la riconversione da tempo infinito.

Chiediamo interventi di manutenzione delle aree franate (via Ventotene, i Giardini Lo Giudice, via Sapri, via dei Cinque Santi) e azioni di prevenzione come il monitoraggio del dissesto dei muraglioni, dei terrazzamenti e delle strade e, in generale, la messa in sicurezza idrogeologica del territorio.


Chiediamo un piano per eliminare o quantomeno ridurre le tantissime barriere architettoniche presenti nel quartiere che non permettono la fruizione dei servizi e delle normali attività quotidiane e che acuiscono la solitudine, l’abbandono e l’isolamento di tantissime persone. Sono ostacoli insormontabili che impediscono soprattutto agli anziani e alle persone con disabilità di poter vivere in maniera autonoma, dignitosa e sicura.

Chiediamo sistemi di sicurezza per gli incendi, abbiamo visto appartamenti bruciare per la mancanza di pompe d’acqua e soccorsi, come le ambulanze, che tardano ad arrivare, bloccate da una viabilità impossibile. 

Tutti danni provocati da un’edilizia sfrenata a cui nessuno risponde più. Un’edilizia che non teneva conto né del paesaggio né, tantomeno, della vita degli abitanti e ora, dopo decenni, invece di riparare a quello sviluppo selvaggio, l’Amministrazione vuole costruire tralicci di oltre 70 metri”.

La domanda più grande resta la stessa da mesi a questa parte: “Quali sono le ricadute positive per il quartiere, continuamente paventate dal Sindaco e dall’assessore Piciocchi, che sarà letteralmente scavalcato dalla funivia?”

Chiara Orsetti


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