“Il Lagaccio sarà la vetrina di Genova”. L'assessore ai lavori pubblici Pietro Piciocchi ha sintetizzato così il progetto sulla funivia dei Forti nel corso della commissione convocata questo pomeriggio alla presenza del progettista Carlo Cillara Rossi, dei cittadini e dei comitati che in più occasioni hanno rumoreggiato, costringendo la presidente della commissione Arianna Viscogliosi a minacciare più volte di sospendere la seduta. La stessa Viscogliosi ha chiesto l'identificazione di un uomo che dagli spalti l'ha accusata di essere una nazista.
Piciocchi presentando il progetto ha più volte premesso che è stato realizzato di concerto con il ministero della cultura, leggendo una lettera dell'ex ministro Dario Franceschini proprio per testimoniare quanto l'opera sia stata progettata e voluta ricevendo gli input del ministero che l'ha finanziata con 70 milioni di euro, fondi che secondo Piciocchi tuttavia non basteranno per il completamento dell'opera che non prevede solamente la funivia, ma anche la riqualificazione dei Forti.
Nel dettaglio, l'obiettivo, secondo quanto dichiarato dall'assessore sarà quello di riqualificare prima di tutto il quartiere del Lagaccio, potenziando il trasporto pubblico, eliminando così l'accesso alle auto verso i Forti. La struttura potrà trasportare circa un milione di passeggeri all'anno, 800 all'ora. I costi di gestione saranno di un milione di euro. La funivia, come spiegato dall'architetto Cillara Rossi, sarà un impianto elettrico 'va e vieni', ovvero dotato di due cabine vetrate da 60 posti che partono da posizioni contrapposte allo stesso tempo e arrivano in posizioni opposte nello stesso momento.
La costruzione sarà affidata a Doppelmayr e Collini, due tra le più importanti imprese di costruzione di funivie al mondo. Secondo Cillara Rossi, quello genovese sarà uno degli impianti più sicuri al mondo. Com'è noto, l'impianto partirà da Principe, all'altezza della stazione marittima. Il primo tratto si fermerà al Lagaccio, a ponte Donacciai, dove sarà realizzato un parcheggio di interscambio. Provvisoriamente un altro parcheggio, svincolato dal progetto, sarà realizzato da Aster a novembre, in attesa di quello definitivo.
Sempre al Lagaccio sarà realizzato un altro parcheggio nell'edificio ex Sati, consentendo lo spostamento delle auto che gravitano in via del Lagaccio, che sarà allargata. Dopodiché, dal Lagaccio l'impianto salirà ai Forti, che saranno oggetto di riqualificazione. “Ai Forti si apre un mondo sconfinato per progetti di lavoro, afflusso di persone e imprenditoria sociale. Lì c'è la possibilità di godere di un panorama straordinario”, ha commentato Piciocchi sottolineando l'opportunità turistica per la città, con riferimento ai crocieristi.
Nell'ambito del progetto potrebbe essere demolito l'edificio arancione delle ferrovie che domina la stazione Principe. “Siamo tutti d'accordo sul fatto che oggi questo edificio ha chiuso l'apertura che il Lagaccio aveva verso il mare, - ha detto Piciocchi - l'amministrazione ha chiesto a Ferrovie di avviare una valutazione per una demolizione”. In merito al palazzo, la consigliera comunale del Partito Democratico Donatella Alfonso ha specificato che non sarebbe più di proprietà delle Ferrovie.
Sia Piciocchi che il progettista hanno sottolineato come i piloni saranno il meno impattanti possibile, ma proprio queste parole hanno scatenato l'ira dei rappresentanti dei cittadini presenti, che a più riprese hanno protestato anche per la possibilità di non poter intervenire, come previsto dal regolamento, e per la mancata condivisione del progetto con il territorio.
Nel corso della commissione sono stati molti gli auditi tra associazioni contrari al progetto, che hanno criticato la definizione di “Lagaccio vetrina di Genova”. Piciocchi ha ricordato che il progetto, per quanto in fase esecutiva potrà essere modificato, ma la strada, salvo possibili e probabili ricorsi al Tar, sembra ormai tracciata.