Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio hanno confermato lo sciopero nazionale dei benzinai a marchio Esso: a partire dalle 19 di oggi, mercoledì 19 ottobre, e fino alle 7 di venerdì 21.
La scelta si è resa necessaria di fronte alle politiche portate avanti da EuroGarages, la società di retail che nel febbraio 2018 rilevò larga parte della rete distributiva Esso presente nel nostro paese, che rischiano di portare al default le gestioni degli oltre 1.200 impianti Esso italiani. In Liguria sono 53 distributori interessati che resteranno chiusi, di cui 23 a Genova e in provincia.
Sono esclusi solo quelli gestiti direttamente dall'azienda EuroGarages senza intermediari o gestori.
Fabio Bertagnini, presidente regionale di Faib Confesercenti, ha commentato la nota di intento ricevuta da EuroGarages nella giornata di ieri:
“Un documento privo di contenuti e impegni circostanziati che non poteva, in alcun modo, giustificare il rinvio o tantomeno la sospensione della protesta. EuroGarages rilevò 1.200 impianti Esso a febbraio 2018 e, nel luglio di quello stesso anno, sottoscrisse con i gestori un impegno teso a investire nel rinnovo e nel rilancio dell’intera rete dei punti vendita. Una promessa rimasta lettera morta e ulteriormente aggravata dal mancato rinnovo dell’accordo contrattuale scaduto nel 2020, che prevede margini per i gestori al limite del sostentamento economico. Il risultato è che, oggi, al titolare di un impianto Esso spettano solo 2,5 centesimi ogni litro di carburante mentre altri marchi, riconoscendo l’impatto di pandemia, guerra e costi dell’energia, prevedono margini anche doppi. Vale sempre la pena specificare che la quota spettante al benzinaio è dunque fissa e quindi non aumenta all’aumentare del prezzo alla pompa che, naturalmente, viene imposto dalle compagnie e non è mai a discrezione del singolo gestore. Nel caso degli impianti Esso-EuroGarages, come detto, al titolare del punto vendita restano in tasca 2,5 centesimi per ogni litro di benzina o gasolio erogato, sia che questo costi 1,40 euro, come durante la pandemia, sia che sfondi il muro dei 2 euro, come è spesso accaduto in questi ultimi mesi. È dunque naturale ed evidente che, di fronte all’inevitabile contrazione della domanda dovuta ai prezzi attuali, elevatissimi, a pagare lo scotto più pesante siano i gestori e non certo le compagnie, perché sempre più spesso l’incasso di un impianto non è nemmeno sufficiente a coprire i costi di esercizio. Ciò che chiediamo è innanzitutto il rinnovo dei contratti scaduti due anni fa, e che il nuovo accordo tenga conto dell’attuale, complicatissimo contesto macroeconomico condizionato dalla situazione internazionale e dall’inflazione. EuroGarages, che ha accettato di sedersi al tavolo solo dopo la proclamazione dell’agitazione del 20 ottobre, dando però risposte del tutto insoddisfacenti, deve dunque comprendere la situazione e agire di conseguenza, quantomeno uniformandosi al trattamento previsto dalle altre compagnie, se non vuole condannare al fallimento le migliaia di gestori che, ogni giorno, combattono per mantenere in piedi la sua obsoleta rete distributiva”.