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Attualità | 08 settembre 2022, 12:32

Oltre 2,2 milioni di ettari coltivati a biologico in Italia, Coldiretti: "Cosi si abbattono di 1/3 i consumi energetici"

"Il nostro Paese raggiunge un record storico di campi coltivati a biologico: un numero che negli ultimi 10 anni è letteralmente raddoppiato"

Oltre 2,2 milioni di ettari coltivati a biologico in Italia, Coldiretti: "Cosi si abbattono di 1/3 i consumi energetici"

Con la crisi energetica è boom per l’agricoltura biologica, che consente di tagliare di un terzo i consumi energetici. Tutto questo è possibile attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, grazie alle filiere corte e con la rinuncia ai concimi chimici di sintesi, prodotti con l’uso di gas. Un dato che in Italia si accompagna a un vero e proprio boom dei terreni coltivati a biologico: si parla di quasi 2,2 milioni di ettari in tutto il Paese. Una cifra letteralmente raddoppiata negli ultimi 10 anni (+99%, fonte: analisi Coldiretti sui dati Ismea), arrivando a un 17,4% delle campagne del Paese e rappresentando una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea (circa 9%), che segna il massimo storico per lo Stivale.

Questo è quanto emerge da un’analisi Coldiretti diffusa in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna, con le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio protagoniste allo della Coldiretti (Padiglione 30, Stand C/21) per sostenere il piano di riduzione del fabbisogno energetico.

“Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti provenienti dall’estero, oggi rincarati anche del 170%, con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia) per garantire energia pulita, fino ad arrivare al potenziamento delle filiere corte, con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo è possibile ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale. Ma non solo: in alcuni casi, come quello delle mele, si arriva addirittura a una riduzione del 45%”.

In questo scenario, “con 70mila produttori – continuano Boeri e Rivarossa – l’Italia si conferma il Paese leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico, un settore con ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale. Un dato certamente trainato dalla fiducia dei consumatori, con 1 italiano su 5 che consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato. Allo stesso modo, questa spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi legati alla salute, così come fondamentali nella scelta di acquisto risultano la provenienza e le garanzie di certificazione degli alimenti. Non a caso, le aziende biologiche rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione della nostra agricoltura, e la stessa agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante per il nostro territorio, con le produzioni che vanno da quelle derivanti dall’attività zootecnica (latte, formaggi, miele, carne) all’olivicoltura, dall’orticoltura alla produzione di aromatiche. L’agricoltura italiana è oggi la più green d’Europa, con un ruolo da protagonista per la crescita sostenibile, sia da un punto di vista sociale che da quello economico, del Paese. Anche per questo, promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata, riducendo i volumi delle importazioni, costituisce un ulteriore stimolo di crescita del territorio”.

Comunicato stampa

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