La XV edizione dei “Dialoghi sulla rappresentazione”, progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure, è dedicata a “Il tempo. Dal trapassato remoto al futuro semplice” e inizia nel segno di Marcel Proust. Mercoledì 7 settembre alle 17,30, nel Cortile di Palazzo Tursi (via Garibaldi 9) a Genova, l’appuntamento è con “Il tempo ritrovato.
Da Sant’Agostino a Gabriel García Márquez” di Corrado Bologna, già docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa di Letterature romanze medioevali e moderne e Letterature comparate. Una lectio magistralis tenuta da un filologo che unisce la profonda conoscenza dei testi a un’esposizione brillante, chiara, divertente, sempre connessa al presente e piena di scintille che abbattono le divisioni fra i generi e le materie. La lettura dei testi è affidata ad Andrea Nicolini, uno degli attori che da anni accompagnano l’attività di Teatro Pubblico Ligure. L’ingresso è libero. Prenotazione obbligatoria al cellulare tel. 348 2624922 o alla mail info@teatropubblicoligure.it. È gradita l’iscrizione alla Newsletter di Teatro Pubblico Ligure. Tutti gli aggiornamenti su www.teatropubblico.it.
“Dialoghi sulla rappresentazione” è prodotto da Teatro Pubblico Ligure, realizzato con il sostegno del Comune di Genova, della Regione Liguria e del Ministero della Cultura, in collaborazione con il Museo di Palazzo Reale di Genova e Goethe-Institut Genua, con il patrocinio di Rai Liguria.
Marcel Proust (1871-1922) sulla coscienza dei ricordi e delle attese ha costruito un romanzo capolavoro, “Alla ricerca del tempo perduto”. Il settimo e ultimo volume della sua opera magistrale si intitola “Il tempo ritrovato” e vale come riflessione conclusiva di una ricerca condotta durante tutta la vita. Corrado Bologna nello stesso modo ha intitolato l’intervento che mercoledì 7 settembre a Palazzo Tursi apre i XV “Dialoghi sulla rappresentazione”. Il tempo è la letteratura, e la letteratura è il tempo. Letteratura è narrare sé stessi, la propria esistenza e quella degli altri esseri umani, raccontare il mondo e la sua storia, anche inventando prospettive del tutto immaginarie. Fëdor Dostojevskij scriveva che «due più due può dare cinque» grazie alla letteratura che inventa universi potenziali: come nella scienza che ipotizza tempi diversi da quello dell’orologio, anche nella scrittura creativa la realtà assume prospettive diverse, slanciandosi verso l’altrove, aprendosi a tempi impensati. Dalla meditazione sul tempo di Agostino, nelle “Confessioni”, l’Occidente si è affacciato su una nuova idea di temporalità interiore, strettamente legata alla memoria e alla speranza: «Misuro del tempo, lo so. Però non misuro il tempo futuro, perché non è ancora; non misuro il presente, perché non ha estensione; non misuro il passato, perché non è più. Che cosa misuro, dunque? Il tempo che passa, non quello passato». Tutta la cultura europea, fino alla “Recherche du temps perdu” di Marcel Proust e oltre, si confronta con questo “passare del tempo” dentro di noi, che diviene rappresentazione e racconto di questo “dentro” in cui il “fuori” si riverbera. E quando il tempo della vita e il tempo della narrazione si confrontano viene alla luce una nuova dimensione, sospesa e irrisolta, perché la letteratura prende corpo nel tempo della vita, ma non coincide con esso. Gabriel García Márquez ha mirabilmente rappresentato questa sfasatura nell’incipit di “Cent’anni di solitudine”, fra i più belli che siano stati composti, in cui la letteratura (come ha suggerito Italo Calvino) crea un tempo e un mondo ipotetico, uno dei tanti tempi e mondi possibili, che sembrano irrompere in quelli “reali”: «Molti anni dopo il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quella sera lontana in cui suo padre lo portò a conoscere il ghiaccio…».
BIOGRAFIA
Corrado Bologna – Nato a Torino nel 1950, già docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa di Letterature romanze medioevali e moderne e Letterature comparate. Si è occupato di teratologia medio-latina e romanza, dei primi trovatori provenzali, di Dante, di storia della tradizione manoscritta fra Origini ed età moderna, dell'attività filologica intorno ai testi romanzi nel XVI secolo, del Romanzo di Alessandro, di C. E. Gadda e R. Longhi. Ha collaborato alla Letteratura italiana Einaudi e pubblicato, fra l'altro, un'edizione commentata del Liber monstrorum de diversis generibus (Milano 1977), Tradizione e fortuna dei classici italiani (Torino 1994), Flatus vocis. Antropologia e metafisica della voce (Bologna 1992); La macchina del "Furioso" (Torino 1998); inoltre ha scritto sulle «figure» della Fortuna e degli Alberi della Vita e della Luce. Ha curato volumi di saggi di K. Kerényi, J. Starobinski, G. R. Cardona.
PROSSIMI APPUNTAMENTI:
Venerdì 9 settembre 2022, ore 17.30
Palazzo Reale, via Balbi 10
GUIDO TONELLI
TEMPO. IL SOGNO DI UCCIDERE CHRÓNOS
Legge Andrea Nicolini
Martedì 13 settembre 2022, ore 17.30
Palazzo Tursi, via Garibaldi 9
PIERGIORGIO ODIFREDDI
C’È UN TEMPO PER OGNI COSA E UN TEMPO PER OGNI CALENDARIO
Mercoledì 14 settembre 2022, ore 17.30
Palazzo Tursi, via Garibaldi 9
LAURA SALMON e DARIA FARAFONOVA
DOSTOEVSKIJ, LA RELATIVITÀ E IL TEMPO
Legge Andrea Nicolini
Giovedì 22 settembre 2022, ore 17.30
Palazzo Tursi, via Garibaldi 9
STEFAN KLEIN
IL TEMPO: LA SOSTANZA DI CUI È FATTA LA VITA
Traduzione consecutiva di Soledad Ugolinelli
Giovedì 29 settembre 2022, ore 17.30
Palazzo Reale, via Balbi 10
MAURIZIO FERRARIS
NON C’È PIÙ TEMPO
In Breve
venerdì 10 gennaio
giovedì 09 gennaio
martedì 07 gennaio
lunedì 06 gennaio