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| 28 luglio 2022, 14:29

Cannabis medica, continua il calvario dei pazienti: piani terapeutici rinnovati (per alcuni), ma delle terapie ancora nessuna traccia

Pronto un esposto alla Procura: "Non è vita aspettare nella speranza che l'ospedale chiami per ritirare il farmaco. Non siamo tossicodipendenti, è un medicinale a tutti gli effetti"

Cannabis medica, continua il calvario dei pazienti: piani terapeutici rinnovati (per alcuni), ma delle terapie ancora nessuna traccia

Prosegue la battaglia dei pazienti affetti da fibromialgia seguiti dalla Terapia del Dolore del Santa Corona per avere, dopo mesi di attesa complicati durante i quali alle difficoltà sempre presenti legate all'uso della cannabis terapeutica si è aggiunto il pensionamento del primario del reparto, la propria cura.

Una corsa contro la burocrazia e la malattia stessa portata avanti strenuamente, per quanto nelle loro forze, dai pazienti che, nonostante il faccia a faccia diretto col presidente e assessore regionale alla Sanità Toti avvenuto la scorsa settimana, restano ancora alla porta in attesa di quei flaconcini così preziosi quanto difficilmente raggiungibili.

Qualcosa sembrava essersi mosso con l'insediamento della dottoressa che ha sostituito il dottor Bertolotto, "una persona veramente gentile e disponibile, molto umana, un medico non ancora formato ma disposto a imparare affiancata dal suo predecessore". Eppure, nonostante qualcuno sia anche riuscito a ottenere la visita per la nuova prescrizione del piano terapeutico, la disponibilità del farmaco latita.

"Lavorare non si può, dormire non si può: non abbiamo più nulla da fare. Una parte dei pazienti che ha diffidato Asl2 ha svolto la visita di controllo, si è vista confermare le terapie e redigere la richiesta. Passata una settimana ci siamo presentati alla farmacia ospedaliera del Santa Corona, non essendo chiamati per il ritiro dei farmaci, ma una volta arrivati ci è stato detto che i frigoriferi erano presenti terapie scadute che verranno ora smaltite", è la situazione che si sono trovati ad affrontare due pazienti lunedì scorso, 25 luglio.

Qualche dubbio è venuto ai pazienti, avendo i boccettini coi preparati un numero identificativo per ogni paziente, che hanno così avvertito della situazione i carabinieri, come ci racconta una dei due pazienti in questione: "Dopo un controllo dei fascicoli relativi ai pazienti da parte degli uomini dell'Arma, il farmacista si è preso, davanti a loro, l'impegno di farci sapere il giorno successivo. Siamo arrivati a stamattina quando sono stata avvertita che l'olio è stato preparato ma non ancora analizzato. Tutto senza darmi tempistiche certe".

Insomma, sembra quasi che l'attesa sia per qualcosa che oramai sembra quasi avere le stigmate di un miracolo. Ma la battaglia per il diritto a quelle cure così importanti per chi è ormai stremato da cinque mesi senza di esse non è certo finita, ed è pronto anche un esposto alla Procura.

"Questa è crudeltà nei confronti dei malati. Ora il piano terapeutico c'è, dall'Asl non hanno più scuse. La situazione così com'è non è più tollerabile: siamo in attesa di quello che per noi è un farmaco a tutti gli effetti, non siamo tossicodipendenti come qualcuno potrebbe definirci. Non è vita vivere in speranza che un ospedale ci chiami per ritirare una terapia per molti sospesa da troppo tempo, e non basteranno due o tre mesi di cura a riportarci in salute" conclude la paziente.

Mattia Pastorino

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