"Non c'è tempo, siamo malati cronici e abbiamo bisogno di cure immediate. C'è chi non ha più dignità, vive in un letto, non può più lavorare e quindi non può provvedere al proprio sostentamento. Persone che stanno male, che non riescono più a bere e mangiare. Per tutti noi c'è un aggravamento delle patologie in una maniera sproporzionata, ci hanno tolto la dignità e la vita".
È un urlo disperato, una richiesta d'aiuto tangibile rivolta direttamente al massimo esponente politico regionale quella che una delegazione dei pazienti in cura presso la struttura di Terapia del Dolore del Santa Corona rivolge al presidente Giovanni Toti.
In occasione della visita dell'assessore regionale alla Sanità presso il nosocomio pietrese per l'inaugurazione di una nuova TAC, alcune delle persone in cura fino a poco tempo fa con la cannabis terapeutica hanno atteso Toti all'esterno dei locali dell'ospedale per ribadire le loro richieste.
Dopo il pensionamento del dottor Bertolotto, già direttore della struttura pietrese di Terapia del Dolore, il loro futuro (legato al piano terapeutico, ma non solo) è a dir poco incerto.
"Sulla programmazione sanitaria, ci hanno tolto tutto - spiega una delle pazienti presente per far sentire la propria voce - già prima non c'era continuità con il preparato, con il farmaco. Oggi giriamo in tondo, non vedo via d'uscita anche se stiamo combattendo con qualsiasi mezzo per avere i nostri diritti e per la tutela dell'articolo 32 che è molto importante. Vediamo calpestare i nostri diritti di malati cronici, disabili gravi. Non sappiamo più cosa fare".
"Il tema è quello di rivedere i piani terapeutici di tutti i pazienti - le parole di Toti nel corso del faccia a faccia coi pazienti - a Santa Corona i piani della cannabis terapeutica sono circa quattro volte superiori rispetto agli standard dell'Istituto Superiore di Sanità: è evidente che qualsiasi dottore che sostituirà Bertolotto vorrà fare uno screening per capire. Sull'appropriatezza della cura ci mancherebbe che la politica dicesse qualcosa, su quello sarà il medico che si esprimerà".
"Abbiamo inserito una persona su Pietra che si sta preparando in maniera importante - ha aggiunto Monica Cirone, direttore sociosanitario di Asl2 - abbiamo aumentato la frequenza delle visite e faremo le prescrizioni in maniera molto veloce".
"In un tempo molto ragionevole faremo la revisione dei piani terapeutici - ha aggiunto ancora Toti - questo è l'impegno preso da Asl2, dopodiché la prescrizione riguarderà ovviamente il medico e non la politica. Se viene messo in dubbio quanto prescritto dal dottor Bertolotto? Quello no, ma immagino che ogni tot tempo ci possa essere una revisione del piano".
"Speriamo che abbia ascoltato le nostre richieste e che possa mettere in pratica ciò che ha detto: manterremo i contatti con la dirigente sociosanitaria, speriamo di poter avere presto la nostra terapia - il commento della portavoce dei pazienti, Adelina Mazzei - la class action? Prosegue, siamo sempre in contatto con l'avvocato Simonetti del foro di Roma e stiamo aspettando ancora una risposta alle nostre diffide che probabilmente non arriverà: di conseguenza l'avvocato saprà come proseguire l'azione legale".
Prima di abbandonare il Santa Corona, Toti ha risposto alla domanda di un manifestante giunto per chiedere quando riaprirà il punto nascite ricordando al presidente della Regione la sua frase ormai nota ("Il punto nascite riaprirà, cascasse il mondo" ndr): "Quando avremo i medici per farlo". Parole che non hanno particolarmente convinto i manifestanti.
Tra le fila della protesta anche la richiesta di riapertura del Pronto Soccorso ad Albenga.