Con oltre 70 mila metri quadri di negozi solo a Genova, il commercio nella Grande Distribuzione risulta a tutti gli effetti un settore saturo. Da Santo Stefano Magra a Genova, fino ad arrivare ad Albenga circola più di una voce su nuovi possibili insediamenti sul territorio.
Esselunga, ad esempio, non si insedierà solo nel quartiere genovese di San Benigno, ma sta valutando altre opportunità in una zona, la Foce, dove è in atto una grande riqualificazione. Per fugare ogni dubbio sulla bontà di alcune operazioni, per preservare occupazione e qualità del servizio, la Uiltucs della Liguria intende avviare un confronto sul territorio proprio sul tema delle nuove e paventate aperture da parte di grandi marchi concorrenti del tessuto commerciale attuale.
La Uiltucs non ha alcun pregiudizio sui nuovi marchi della grande distribuzione che, da un lato consentirebbe il livellamento dei prezzi, ma dall’altro produrrebbe una serie di problematiche come esuberi e terziarizzazione spinta come è accaduto con Carrefour. “Se non si apre la stagione della discussione e del confronto con gli enti pubblici, in particolare con la Regione Liguria, ci troveremo presto a fare i conti con gli esuberi nella grande distribuzione e del piccolo commercio in Liguria – spiega Marco Callegari, segretario organizzativo Uiltucs Liguria – Abbiamo già toccato con mano che cosa significa, ad esempio, terziarizzazione: danni economici per i lavoratori e poche garanzie sul lavoro. Per questo si chiede a Regione Liguria un tavolo urgente e preventivo per osservare le dinamiche delle nuove aperture e per sancire con i nuovi soggetti della Gdo in arrivo un patto: per la Uiltucs chi entrerà nel tessuto commerciale attuale dovrà farsi carico dei possibili esuberi e della dignità dei lavoratori perché il lavoro non si svende, se mai si riqualifica: parliamo comunque di persone formate che dovranno solo adattarsi a una nuova realtà organizzativa. Inoltre, è tempo di riaprire il confronto con il Comune di Albenga che sul tema dei nuovi ingressi, purtroppo, è fermo da mesi, non certo per colpa del sindacato. Anche nella zona di Santo Stefano Magra occorre puntellare l’occupazione con grandi atti di responsabilità da parte di politica e istituzioni. Siamo sicuri che diversificare non significhi affossare un sistema fragile in una regione fragile?”
In questo contesto non esiste solo la grande distribuzione ma anche il tessuto commerciale al minuto. A Genova il piccolo commercio con le sue botteghe anche storiche consente ai carruggi di sostenere turismo, socialità e di far fronte a degrado e solitudine. “Per i lavoratori del commercio al dettaglio sarebbe difficile trovare una nuova ricollocazione e anche ammortizzatori sociali rispondenti alle loro necessità”, chiude Marco Callegari.