La rubrica #ILBELLOCISALVERÀ fa tappa a Pietra Ligure questa settimana, dove venerdì 29 aprile alle 21, presso il Teatro Moretti è andato in scena “Metamorfosi”, a cura di Le mani e le nubi teatro, che non è un semplice spettacolo, ma “esperienza di socialità”, come è stato definito dal palco.
Seguo questo progetto dalla sua nascita, durante la primissima quarantena per il Covid, nel marzo 2020, quando vidi sul profilo Facebook di Alessandra Munerol, giovane attrice, scrittrice e poetessa di Loano, il monologo scaturito da un’intervista che aveva fatto a sua mamma. Sarà che l’esperienza raccontata è entrata nel mio cuore di mamma, sarà che ho apprezzato molto l’idea di raccontare storie di quotidiana metamorfosi sui social, non potendo fare esibizioni a teatro, che rimasi molto colpita. Quella giovane ragazza, che ha il teatro nel sangue, felice e appagata soprattutto sul palcoscenico, che ha fatto scelte anche estreme, pur di potersi dedicare a questa carriera, non si è demoralizzata per la chiusura dei teatri, non ha usato il lamento, peraltro legittimo, ma ha messo a frutto il “tempo sospeso” per far germogliare nuove e meravigliose idee. Ha intercettato nelle persone un bisogno, quello di raccontarsi, e ne ha fatto il focus di una ricerca.
L’essere madre, padre o figlie e figlie: condizioni, sentimenti, emozioni profonde completamente diverse tra loro e che cambiano nel tempo. Non siamo nate madri, non siamo nati padri, lo siamo diventati e l’evoluzione da donna a madre, da uomo a padre ci cambia radicalmente. Un figlio o una figlia cresce e cambia, così come le sue emozioni e il vissuto forgia il carattere, la visione, i sentimenti. Storie di quotidiana metamorfosi che Alessandra ascolta e interpreta in piccoli, ma intensi, monologhi, arrivando a raccogliere e raccontare le esperienze di 50 persone. In prima battuta, le storie, performate con straordinaria intensità dall’attrice, vengono registrate in video e somministrate settimanalmente attraverso i social. Poi, “Metamorfosi” diventa un progetto più ampio e strutturato, grazie alla collaborazione con Immagina Famiglie, associazione di promozione sociale e culturale con sede ad Albenga, con la partecipazione di Monica Maggi, counselor e coordinatrice, Silvio Massolo, fotografo, e Valeria Pavan, psicologa. Diventa quindi il centro di numerose iniziative collegate, che continuano a vedere la partecipazione diretta di alcuni dei protagonisti che hanno deciso di mettersi in gioco completamente.
Dopo i primi brevi, ma intensi, monologhi pubblicati, molte persone hanno contattato Alessandra per farsi intervistare e “farsi raccontare” nei suoi video del sabato sera. Ne ha realizzati oltre 50, dove ha interpretato i protagonisti di esperienze forti, raccontando emozioni rimaste inespresse. Grazie alla sua delicata attenzione, ha accolto tante testimonianze, trovandovi infinita poesia inaspettata.
Era un bellissimo appuntamento, emozionante. Lo aspettavo, e come me tante altre persone, e qualche volta ho pianto, abbiamo pianto. Così è nato “Metamorfosi”, un viaggio introspettivo diventato ora un documento, esperienza di socialità, un progetto multidisciplinare, una meravigliosa performance.
Ieri sera, quando in sala hanno spento le luci e ho visto Alessandra Munerol con Sara Polo, Salvatore Cocco e Ivano Vigo, portare sul palco ciò che era partita come una semplice intervista alla mamma, ho pensato “Siete grandi, ce l’avete fatta”. Ho visto la creatività, la forza, la determinazione, il talento. Quando poi sono entrati i “non attori” protagonisti delle storie raccontate, è stata un’autentica pioggia di brividi.
Un pubblico composto da più di 400 persone in religioso silenzio, “in ascolto” di quelle meravigliose anime, che si sono messe a nudo, hanno avuto la voglia e la forza di condividere con tutti noi storie intense, di piccole e grandi felicità, ma anche di dispiaceri e violenze. Ma tutto, si sa, può essere soggettivo, e a seconda di chi vive l’esperienza, proiettarla come tragedia o come opera poetica. I protagonisti e le protagoniste, persone comuni, che non recitano di mestiere, avrei voluto contenerli tutti e tutte in un grande abbraccio, perché tanta meraviglia contemporaneamente, non si trova spesso.
Un lunghissimo lavoro ha impegnato il gruppo per la preparazione della performance “Metamorfosi”. Hanno cominciato quando non ci si poteva incontrare, quindi hanno lavorato insieme grazie alla tecnologia. Poi, sono riusciti a riunirsi per mettere in connessione le persone e le diverse forme d’arte. 18 persone che si sono mosse sul palco in armonia, grazie ad Alessandra Munerol e a Sara Polo, che hanno curato i laboratori e la regia, uniti dalla musica di Salvatore Coco e Ivano Vigo e immortalati dalla macchina fotografica di Silvio Massolo”.
Uomini, donne e un bambino, Lucio, attori e attrici per una sera, hanno portato a teatro tutta la loro autenticità e la loro poesia con un risultato sorprendente e straordinario. Tra loro, un brillante Sebastiano Gravina, star del web con i suoi “video ciecati” e azzurro della Nazionale non vedenti, a tratti ironico, a tratti romantico con la sua Shadia, che ci hanno regalato anche un sogno e un ballo sulle note della meravigliosa e indimenticabile “(I've Had) The Time Of My Life”, colonna sonora di Dirty Dancing.
Grazie a tutti per averci fatto riflettere e averci mostrato quanta poesia profonda possa nascondersi tra le maglie della quotidianità.