Federica Storace è professoressa di Lettere e Filosofia, sposata, madre di famiglia con due figli ma che trova il tempo di fare volontariato educativo e inoltre è pure fine scrittrice. Un insieme di cose che ha saputo vivere con intelletto e riflessione, trasformando questa esperienza di vita intensa e fatta di amore e altruismo in testi che sembrano più libri di scuola che romanzi o opere letterarie.
A dimostrarlo ulteriormente il suo ultimo libro, fresco di stampa, ‘Sei un essere speciale’, Erga Edizioni, dove, come indica la stessa autrice nel sottotitolo, ‘Donne e uomini raccontano la generatività’.
Mescolando esperienza di vita, storia e conoscenza, lungo le pagine del libro, fa parlare personaggi sempre interessanti, che hanno molto da dire su argomenti, anche scottanti, ma che la Storace non ha certo paura di affrontare e lo riesce anche a fare con quel modo garbato e soft che contraddistingue la profondità del libro, dove l’essenza della vita è tema che quasi diventa centrale.
Follia, come indicato in copertina, disabilità, schiavitù, prostituzione, la resistenza partigiana, ma anche l’Africa e le sue ampie problematiche, la tratta umana, con pensiero di Fede che contraddistingue la professoressa Storace: sono questi i punti focali del volume.
Molte le storie di solidarietà, tante le testimonianze di laici e consacrati. E toccante il capitolo sulle suore di clausura. Una moltitudine le interviste, i punti di vista e molto interessanti i video, che si possono visualizzare attraverso i qr-code pubblicati sul libro e che interpellano personaggi che hanno inciso nel nostro tempo e nella vita. Il partigiano Bruschi, il prete di strada don Gallo, ma anche personaggi forse meno conosciuti alla cronaca, ma che comunque hanno avuto un peso umano di grande importanza verso la società.
Un libro da leggere con attenzione e che fa riflettere anche sulla condizione della donna, l’importanza della famiglia, base di una società che funziona. Libro che mette a confronto molte anime e molte situazioni. Quasi un libro di testo si potrebbe dire, vista proprio la natura di chi lo scritto.