Di nuovo una tappa itinerante questa settimana per la rubrica #ILBELLOCISALVERÀ, che ci porta ad Alassio e a Milano con Emanuele Fasano, il “pianista della stazione”, tornato a regalarci uno straordinario brano dal titolo “Note in tempesta”.
Musica vibrante, che sa di onde, di vento e di pioggia, come l’agitazione dell’anima, i dubbi interiori normali per un giovane artista che deve prendere delle decisioni sul proprio percorso professionale e di vita. Ma poi, come ci insegnò Leopardi, arriva “la quiete dopo la tempesta”, e così è stato anche per Emanuele Fasano: è giunta un’alba dorata di calma, che ha portato chiarezza e un nuovo percorso musicale per lui, da compositore e cantautore. Questo ciò che si sente ascoltando il brano “Note in tempesta” e guardando il suggestivo video, realizzato al largo di Alassio e nel suo entroterra, dedicato a Marco, l’amico che purtroppo non c’è più. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Era il 2015 quando Emanuele, giovane e ancora indeciso sul suo futuro, si trovava in stazione centrale a Milano per salire sul treno che lo avrebbe portato a Roma dal papà, Franco Fasano, il noto cantautore e compositore nato ad Albenga, firma di brani che hanno fatto la storia della canzone italiana. Nell’attesa, si sedette al pianoforte della stazione e suonò una sua composizione, lasciando tutti i presenti senza parole. Un passante lo filmò e pubblicò su Facebook il video che in breve diventò virale, registrando milioni di visualizzazioni. Tutto partì da lì, senza volerlo, senza un “disegno” preciso, ma seguì un contratto discografico, ospitate, tra cui Sanremo Giovani.
Sembrava andare tutto per il meglio, ma non fu così. Arrivò la rottura con la casa discografica e la decisione di lasciare l’Italia e trasferirsi a Barcellona, dove per 2 anni si è messo alla prova come uomo e come musicista, vivendo la città, la strada, con soddisfazioni professionali anche, come l’esperienza in “Got Talent España”, che gli avrebbe fruttato un contratto con una casa discografica spagnola di 4 anni, rifiutato però dal giovane artista. Perché il suo intento era continuare a studiare e andare oltre.
“Mi sono rimboccato le maniche – mi ha raccontato Emanuele -, ho lavorato e continuato a studiare. Poi ho deciso di tornare in Italia, a Milano, perché mi sentivo pronto per affrontare il mio percorso, non solo come pianista però, anche come cantautore”.
Il musicista, infatti, si sta formando anche dal punto di vista della voce per cantare canzoni, “perché con l’uso delle parole si può caratterizzare il brano con un’immagine precisa e trasferire delle emozioni e dei pensieri definiti, è più facile per chi ascolta – spiega -, mentre con la sola musica lasci all’ascoltatore la fantasia di lasciarsi trasportare dove vuole, a seconda di ciò che prova”.
“Intanto ho inciso e pubblicato ‘Note in tempesta’, uscito lo scorso gennaio, perché ho sentito il bisogno di esternare quello che ho provato. A breve uscirà un secondo brano ancora musicale, poi si cambia, con cose completamente nuove attraverso le quali potrò esprimere le mie sensazioni più profonde, appena sarò più sicuro di me. Intanto continuo a studiare”, conclude Emanuele.
Dopo la chiacchierata che abbiamo fatto, ho riascoltato “Note in tempesta” guardando il video, dove Emanuele suona veramente in piena tempesta, su una barca, sotto la pioggia battente, e ho davvero visto i tormenti di un giovane che non sa ancora che strada prendere, una sensazione, una difficoltà che lo accomuna a tanti ragazzi e tante ragazze. Ma poi arriva l’alba serena, il mare si calma e il vento non schiaffeggia più chi ha avuto la forza di resistere alle intemperie e affrontare i momenti peggiori, di smarrimento. L’aria e i colori, a quel punto, sono carezze per l’anima.
Più lo ascolti, più le emozioni sono intense e rifletti su quella sensazione, che puoi vivere a qualunque età, da giovane o meno giovane, in qualunque momento della vita. La musica è una potenza, una cosa meravigliosa.
#ILBELLOCISALVERÀ