Il trasferimento dalla Mole alla Lanterna di Emil Audero per circa 20 milioni e quello a strada invertita di Nicolò Rovella per circa 18 milioni. Cifre eccessive, secondo la Procura Federale, quelle contabilizzate rispettivamente da Sampdoria e Genoa nelle trattative, entrambe con la Juventus, che hanno così spinto il procuratore Chiné a deferire le due società genovesi insieme ad altre 9 (Empoli, Juve, Napoli, Parma, Pisa, Pescara e Pro Vercelli oltre alle fallite Novara e Chievo) e 61 persone fisiche.
Le squadre finite nell'occhio del ciclone per il "caso plusvalenze" avrebbero infatti, secondo quanto stabilito dagli investigatori federali, violato l'articolo 31 comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva contabilizzando "nelle relazioni finanziarie, plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti quelli consentiti dai principi contabili" in alcuni casi addirittura tali da "incidere significativamente sui requisiti federali per il rilascio della Licenza Nazionale".
Inoltre, le stesse società sarebbero ritenute responsabili sia in maniera diretta, "per gli atti e comportamenti posti in essere da propri soggetti apicali dotati di potere di rappresentanza", che oggettiva per quanto compiuto "da soggetti apicali non dotati di poteri di rappresentanza".
Ma come si sarebbe arrivati a determinare i valori eccessivi attribuiti ai giocatori in questione? Secondo quanto riportato da Repubblica, la Procura avrebbe svolto "una verifica di congruità e coerenza" circa le cifre delle compravendite, basandosi su diversi parametri (lampante l'esempio riguardante Rovella, pagato dalla Juventus più di McKennie nonostante "una carriera decisamente meno importante"). Queste sarebbero poi state confrontate, per una conferma, col noto sito Transfermarkt, con cui erano sostanzialmente in linea, riparametrando tutti gli scambi.