Si è tenuta ieri nel salone di Rappresentanza di palazzo Tursi la presentazione del libro scritto da Catia Acquesta dal titolo “Mia o di nessun altro”.
Un vademecum per tutte le donne vittime di violenza e non solo di cui si è parlato nel convegno che affronta un tema particolarmente difficile e delicato come quello della violenza.
Patrocinata dalla Regione Liguria, l’iniziativa è stata l’occasione per aprire una riflessione sul tema della violenza, non solo violenza di genere ma ogni forma di violenza di cui ciascuno può essere vittima e che quasi quotidianamente riempie le cronache dei giornali.
A proposito del libro, la presidente nazionale Unavi, Unione Nazionale Vittime, Paola Radaelli, racconta: “Il libro è stato scritto da Catia [Acquesta, n.d.r.], una scrittrice e giornalista; una donna forte e combattiva che da vent’anni è in campo contro la violenza. Il suo libro è un input per le donne, per aiutarle a uscire da determinate situazioni che possono portare a tragici epiloghi. Nel suo libro, Catia spiega come si fa a capire se una storia è malata e lo fa raccontando tre storie vere tutte accomunate dallo stalking”.
Il libro ha anche un segnalibro che è un decalogo salvavita che, nelle intenzioni della presidente Unavi, c’è quella di portarlo in giro per tutta Italia.
“Sulla copertina del libro si trova un cuore - continua Paola Radaelli - è un’opera realizzata dalla stessa autrice e dipinta con i piedi. Un’opera con una forte valenza simbolica perché con un piede si iniziaun cammino”.
Un decalogo per non finire ammazzate come ribadisce Radaelli: “Dobbiamo ricordarci e ricordare che da una terribile esperienza si può trovare la forza di fare qualcosa di bello. Sono le donne a decidere per la loro vita e non devono aver paura ma devono avere il coraggio di lottare. Ogni donna può farcela, basta volerlo”.
Un libro che non è pensato e scritto solo per le donne, ma per tutti: “Tutti dovrebbero leggere questi libro, anche per far capire come rinascere. Non bisogna rinunciare mai alla vita: la solitudine è un varco per il proprio persecutore”.
A proposito del convegno che ha trattato il tema della violenza sia da un punto di vista istituzionale sia formativo e sociale, invece, la Coordinatrice Regionale Unavi Valentina Jannacone afferma: “Uomini e donne si rivolgono a noi perché spesso si sentono soli nonostante leggi e promesse. Unione Nazionale Vittime offre supporto legale e psicologico gratuito grazie a professionisti esperti e specializzati che donano il proprio tempo e la propria alta competenza in materia, alle persone che non possano sostenere le spese o non trovino, per esempio, psicoterapeuti specializzati nel campo delle violenze”.
Una delle battaglie dell’associazione recentemente vinta è l’istituzione del Garante delle Vittime Nazionale così come era stato l’aumento degli indennizzi per le vittime ma per l’associazione l’obiettivo è fissato: le cure psicologiche mutuabili.
Il libro di Catia Acquesta, durante il convegno, diventa il fil rouge per affrontare i tanti temi che riguardano la violenza.
A proposito, la stessa autrice racconta: “Sono stata vittima di persecuzione per quasi 10 anni, quando nessuna legge puniva questo gravissimo atteggiamento. Ancora oggi ho seri problemi a lasciarmi andare a rapporti duraturi, che inevitabilmente richiedono fiducia. Associazioni come Unavi sono fondamentali per lottare, dare speranza e aiutare concretamente le vittime di stalking e non solo, e sono felice mi abbiano chiesto di portare la mia testimonianza anche a Genova. Spero serva ai tanti che vivano questo incubo, armi e coraggio per affrontare la situazione e andare avanti”.
"In una società basata sull'iper-narcisismo, sul mito dell’eterno infantilismo e sulla legge del profitto e della perdita, - ha commentato Giuseppe Murolo, Coordinatore regionale Cultura ed innovazione FdI, ospite ieri - l’Amore non viene visto come dono, ma come proprietà e possesso, la cui perdita innesta una reazione di violenza isterica e patologica. È necessario quindi recuperare un sistema di valori che metta al centro la sacralità dell’essere e non la materialità dell’avere".