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Attualità | 10 novembre 2021, 14:57

Uil Liguria, ancora un morto sul lavoro: "Basta, fermiamo questa strage" (VIDEO)

Servidei: "La prefettura ci convochi, chiediamo lo stato di calamità per le morti bianche sul territorio: le misure adottate fino adesso sono insufficienti"

Uil Liguria, ancora un morto sul lavoro: "Basta, fermiamo questa strage" (VIDEO)

"Un operaio di 48 anni è morto schiacciato da grossi tubi mentre lavorava in un cantiere a San Quirico a Genova nel deposito di oli minerali Sigemi: l’ennesima vittima del lavoro, la diciottesima in Liguria dall’inizio dell’anno, ci trascina nello sgomento ed allunga quella scia di sangue che ogni giorno tentiamo di fermare attraverso la sensibilizzazione dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ma anche dell’opinione pubblica, delle istituzioni e delle parti datoriali. Esiste lo stato di calamità naturale per le morti bianche? Il territorio ne è gravemente colpito, occorre rendersene conto": è quanto si legge in una nota di Uil Liguria.



“Basta, basta, basta: fermiamo questa strage! Troppi sono i nostri appelli e le nostre proposte – dichiara Fabio Servidei, segretario di Uil Liguria - che in questi anni e in questi mesi si sono succeduti in nome della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, inviti a condividere la bontà del tema che oggi, davanti a questo cadavere, sembrano lettera morta. Occorrono maggiori risorse per intensificare le ispezioni, soprattutto negli appalti dove si annidano le criticità più grandi, più sicurezza nella contrattazione, più formazione e sanzioni severe perché per una morte sul lavoro le ammende sono ancora troppo blande: la vita non ha prezzo. Non ci stancheremo mai di ribadire alle istituzioni e alle parti datoriali quanto importante sia investire in sicurezza sul nostro territorio e in tutto il Paese. Ci aspettiamo una convocazione urgente da parte del Prefetto per discutere di quanto siano ancora insufficienti le misure adottate fino a questo momento sul territorio”. Salute e sicurezza non possono essere temi di facciata, ma il caposaldo culturale della nostra Repubblica.

Comunicato stampa

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