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Politica | 26 ottobre 2021, 12:57

Nodo ferroviario di Genova, Lista Sansa: "Opera in ritardo mostruoso, ma fondamentale per mobilità urbana e trasporto sostenibile"

"E' talmente evidente che alla Regione non interessano i treni, che non sono previsti vagoni aggiuntivi per aumentare il servizio quando finalmente avremo più binari"

Nodo ferroviario di Genova, Lista Sansa: "Opera in ritardo mostruoso, ma fondamentale per mobilità urbana e trasporto sostenibile"

"I cantieri del Nodo ferroviario hanno un ritardo mostruoso, quasi dieci anni. Ma è talmente evidente che alla Regione non interessano i treni, che non sono previsti vagoni aggiuntivi per aumentare il servizio quando finalmente avremo più binar". Così Sansa, Centi e Candia della Lista Sansa davanti ai continui ritardi di un’opera attesa nello scorso decennio.

Il Nodo ferroviario di Genova – progetto poi confluito all’interno della realizzazione del Terzo Valico- è infatti un’opera fondamentale per la mobilità urbana e in particolare per incentivare il trasporto sostenibile. Finalità dell’opera è separare i treni metropolitani da quelli a lunga tratta, puntando ad avere un servizio affidabile, ovvero che rispetta gli orari. Non è accettabile che i treni per tratte da venti minuti (come nel caso Sestri ponente –piazza Principe) siano spesso in ritardo di 10 minuti, così Selena Candia, consigliera regionale della Lista Sansa.

Nonostante l’importanza dell’opera, questa sembra non essere mai una priorità per l’amministrazione Genovese. I lavori sarebbero dovuti terminare nel 2015, ma niente, sono stati rimandati al 2021 e ora, forse, al 2024.

“È talmente chiaro il fatto che non si vuole puntare sulla mobilità su ferro – spiega Candia – che anche se il cantiere fosse terminato domani, non ci sarebbero treni aggiuntivi tali da assicurare un servizio metropolitano, ovvero con tempi d’attesa tra un treno e l’altro tra i sei e i dieci minuti”.

Questo perché l’attuale contratto di servizio, rinnovato senza gara tra Regione Liguria e Trenitalia nel 2018, con scadenza al 2033, non prevede un piano d’esercizio del nuovo nodo ferroviario. Non sono previsti nuovi treni, né un aumento dei chilometri erogati. L’unico aumento previsto è quello dei prezzi che aumenteranno del 46%.

“Quel che fa la Regione è tanta propaganda: il nuovo treno inaugurato dall’assessorre Berrino fa parte infatti di un rinnovo del parco mezzi e non è parte di un’offerta aggiuntiva. Anzi, il numero di vagoni, sostituendo i treni vecchi con quelli nuovi, diminuirà significativamente. In questo modo il rischio è che la quello di avere mezzi più moderni, ma anche più affollati. Così facendo, ne risente drasticamente la qualità del servizio”.

“Oltre ai problemi relativi al contratto di servizio, ci facciamo parte attiva e come Lista Sansa crediamo che siano necessarie alcune correzioni”, conclude Candia.

Ecco cosa servirebbe per rendere il nodo ferroviario di Genova un servizio indispensabile per la mobilità sostenibile urbana: 

- una ridefinizione complessiva del nodo di Sampierdarena e l’abbandono della logica della “rottura di carico”, ovvero obbligare le persone a scendere e cambiare treno per andare in val Polcevera; 

- interventi di potenziamento infrastrutturale a levante e a ponente del nodo urbano (ad es. ripristino dei binari di precedenza) per garantire un servizio suburbano omogeneo su scala di città metropolitana. L’opera attuale non è stata pensata per tutta la città e di fatto interessa solo il Ponente e l’area di Brignole, dimenticando del tutto il Levante e quasi del tutto le direttrici “da e verso” nord,. Questo ha conseguenze significativamente negative nella definizione di un servizio che invece dovrebbe essere “simmetrico” ed equilibrato per tutta la città;

- la fermata di Terralba è fondamentale per la sua funzione di collegamento con l’ospedale san Martino. È, inoltre, sicuramente più economico pensare a una nuova stazione ferroviaria rispetto ad un prolungamento della metropolitana, come invece sembra preferire Bucci.

Redazione


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