Consolidata tradizione ma anche una forte iniziativa seriale di alto livello sociale e culturale circa il ruolo della donna: torna in scena il Festival dell’eccellenza al femminile numero 17: “Teatro e cinema sono i migliori e più efficaci strumenti dell’arte e della conoscenza al servizio delle donne - afferma Consuelo Barilari, organizzatrice della manifestazione - perché aiutano a storicizzare e raccontare in modo universale le storie collettive e i grandi personaggi femminili. In modo più semplice e immediato arrivano al cuore ed esaltano le passioni e la solidarietà delle altre persone”.
Il Festival/Next Generation Women dal 4 al 9 novembre “dedica un itinerario tematico all’argomento chiave del cambiamento culturale per rimettere l’essere umano al centro del proprio futuro: la cura”, spiegano le organizzatrici, con Anna Solaro, responsabile Alta Formazione e Teatro Sociale/Teatro dell’Ortica, in collaborazione con il Festival, anima e traccia le linee di un “itinerario di filosofia della cura”.
Il programma prevede il 4 novembre alle 10 presso l’aula magna in via Balbi ‘Lady Montagu e il Dragomanno’, presentazione del progetto affidata ad Anna Solaro, con Elisa Bricco, direttore dipartimento di Lingue, Unige, Maria Teresa Giaveri, giornalista e traduttrice Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica Francese. Si partirà dal saggio della docente universitaria Maria Teresa Giaveri, dedicato a Lady Montagu e, spiegano gli organizzatori, “all’avventura tutta femminile del vaccino contro il vaiolo che vede protagonista una vivace dama del '700 che a Costantinopoli conoscerà un metodo di immunizzazione dal vaiolo praticato dalle donne circasse e diffuso in tutti gli strati sociali dell’Impero Ottomano diventandone ambasciatrice tra i nobili dell’Europa occidentale e contribuendo alla sua diffusione in diversi paesi. Si potrà così ampliare la riflessione su come i nuovi paradigmi culturali della cura siano legati a nuovi modelli di genere. Un esperimento praticato da donne ignoranti”.
Quasi antesignano del Covid, a Londra nel 1721, la proposta di Lady Mary Wortley Montagu, dama elegantissima e intraprendente, d’immunizzarsi contro l’allora letale vaiolo viene accolta. Il 6 novembre alle 17 nello scenario pregevole della sala polivalente San Salvatore in piazza di Sarzano, sarà la volta della ‘La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli’, che vedrà la partecipazione di Tiziana Ferrario, giornalista volto noto della tv e scrittrice. A condurre sarà la giornalista di ‘Repubblica’, Erica Manna.
Il libro della Ferrario è un romanzo “per alzare la testa che usa la narrativa per aiutare le donne dell’Afghanistan”: così lo presenta il programma dell'eccellenza al femminile: “Chi nasce uomo comanda, chi nasce donna obbedisce. Non c’è spazio per la ribellione. Colei che alza la testa, muore. Sta accadendo di nuovo tra le genti di questa terra, una volta fiorente, poi insanguinata dalla guerra che non si è mai spenta, ora agonizzante nella miseria, travolta anche da una pestilenza che pare il male minore se paragonata all’odio dilagato negli animi. Ci si attende altro sangue, sono in agguato nuovi tradimenti, ennesime falsità saranno messe nero su bianco con un inchiostro che nell’arco di una notte si cancellerà lasciando le pagine di nuovo bianche”. Parole tratte dal prologo dello stesso romanzo.
A seguire il 9 novembre alle 17 con sede nella Nuova Biblioteca Universitaria di via Balbi, tema del dibattito sarà; ‘Scrivere per guarire?’, ovvero ‘in che modo la scrittura della propria autobiografia cura e genera cambiamenti’. Si tratta di uno spazio /cantiere, condotto da Erica Manna e con la partecipazione di Duccio Demetrio, direttore scientifico del Centro Nazionale Ricerche e studi autobiografici della Libera università dell’Autobiografia di Anghiari; di Anna Solaro, responsabile alta formazione e Teatro Sociale. Così la descrizione: “L’effetto terapeutico della scrittura, della autobiografia, dello scrivere su di sé. Si riconoscono infatti alla scrittura, anche in ambiti scientifici e clinici, prerogative e compiti efficaci di carattere auto-curativo e, in alcuni casi, terapeutici. Come molti scrittori e scrittrici famosi si salvarono scrivendo, così una infinita moltitudine di sconosciuti e di autobiografi attraverso la scrittura hanno potuto raccontare la loro storia personale e sentirsi meno soli, meno abbandonati, meno ‘vuoti’ trovando anche un nuovo modo di relazionarsi con il terapeuta. Distanziati dall’Ego e concentrati sul qui e ora, scrivendo le loro sensazioni più vere e analizzando ciò che avevano intorno attraverso il flusso creativo della scrittura hanno potuto raggiungere una nuova consapevolezza di sé”. Alle manifestazioni l’ingresso è gratuito, ma l’accesso alle sale è consentito esclusivamente a chi è munito di Green pass.
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