In uno dei periodi più drammatici a proposito di manifestazioni e di atteggiamenti che rimandano al fascismo - e l’assalto alla sede romana della Cgil delle scorse settimane ne è certamente un apice - serve ogni giorno di più e con qualsiasi mezzo non solo prendere le distanze da quelle posizioni, peraltro bandite dalla Costituzione, ma anche tornare a rappresentare e a far vedere e conoscere cos’è stata quella pagina di storia.
Non è un caso quindi, anzi capita assolutamente all’uopo, che venga ripubblicato in questi giorni un libro essenziale e prezioso in questo senso: s’intitola ‘La banda Spiotta e la brigata nera genovese Silvio Parodi’ con sottotitolo: ‘Una anatomia dei crimini fascisti: 1943-1945’. L'ha scritto lo storico Sandro Antonini, autore prolifico ed apprezzato quanto documentato e preciso, e lo pubblica la chiavarese Internòs Edizioni di Goffredo ed Ester Feretto, che hanno ormai ‘adottato’ Antonini all’interno del loro team di autori e se lo tengono pure stretto perché parliamo di uno studioso di primo livello, appassionato e ricco di buona volontà, oltre che di rigore. Il volume ritorna in una nuova edizione accresciuta, che integra e completa quella che nel 2007 venne pubblicata da De Ferrari Editore. C’è spazio, in questa seconda versione, per numerose carte coeve nel frattempo reperite, oltre che per due nuovi e significativi documenti. Si tratta di un’intervista all’ex partigiano della divisione ‘Coduri’, Ezio Vallerio ‘Enzo’, nonché la proposta e la relazione sull’attività del partigiano della brigata ‘Zelasco’, Giovanni De Ambrosis ‘Cian’, per il conferimento della medaglia d’argento al valore militare alla memoria.
Secondo Antonini “il libro aggiunge un tassello alla comprensione di uno dei periodi più cupi della storia italiana postunitaria, quello dell’occupazione nazista dell’Italia, del neofascismo espresso dai sostenitori della Repubblica sociale, Mussolini in testa, e del riscatto voluto dalla Resistenza e dai suoi protagonisti, i partigiani. Senza dimenticare gli antifascisti di qualunque fede politica, ancorché non combattenti, ma mossi dagli stessi ideali di riconquista delle libertà conculcate da troppo tempo assenti nel paese”. Di neofascismi si sente parlare sempre più spesso, e allora ecco questa testimonianza importantissima: importantissima perché racconta, senza infingimenti né reticenze, di un periodo di insopportabile e spietata violenza, di rappresaglie, di utilizzo della forza in maniera anche gratuita, di annientamento del prossimo solo per il gusto di farlo.
Spesso la storia, in particolare la storia di questi anni, viene raccontata dal punto di vista dei partigiani, e lo stesso Antonini l'ha fatto più volte, in maniera altrettanto precisa ed attenta, in altri suoi libri. Qui, invece, il punto di vista è quello dei fascisti, di personaggi come Livio Faloppa e Vito Spiotta che furono rispettivamente comandante e vicecomandante della brigata nera 'Silvio Parodi'. Uomini che innalzarono la violenza a regola di vita, che vollero mantenere sottomesso il paese con l’uso sistematico del terrore, che “dispensarono pressoché quotidianamente - come scrive l’autore - violenza e terrore, sì da trasformarli in pratica corrente”.
‘La banda Spiotta e la brigata nera genovese Silvio Parodi’ è suddiviso in tre capitoli: nel primo, sono tratteggiate le figure di Vito Spiotta, Enrico Podestà e Giuseppe Righi, che attesero la nascita della Repubblica sociale per manifestare i loro indubbi istinti criminali; nel secondo, si parla della Brigata nera genovese ‘Generale Silvio Parodi’; infine, nel terzo si racconta il processo Spiotta, che si svolse a Chiavari nell’agosto del 1945. “La condanna a morte di Spiotta e dei suoi più stretti collaboratori Podestà e Righi, confermata dalla Cassazione e poi effettivamente eseguita, parve a tutti la sola strada per uscire finalmente da un lungo incubo”.
Il quotidiano ‘L'unità’ definì Spiotta il ‘piccolo Himmler di provincia’ e forse solo questo dovrebbe bastare a dire quanto furono tragici quegli anni, così da prenderne definitivamente le distanze. Perché da una parte è vero, e si sente il bisogno, di condannare personaggi come Spiotta alla damnatio memoriae, ma dall’altra è anche giusto continuare a parlarne, per capire una volta di più come non dobbiamo essere e dove non dobbiamo mai più arrivare. Sandro Antonini presenterà il suo libro domani 22 ottobre alle 18 nella sede di Wylab in via Davide Gagliardo 7 a Chiavari; a dialogare con lui sarà lo storico e studioso Luca Borzani.
L’evento è ad ingresso libero ed è organizzato nel pieno rispetto delle normative anti-Covid: è quindi necessario accedere con la mascherina indossata e la prenotazione del proprio posto, sino ad esaurimento, è obbligatoria, utilizzando la piattaforma EventBrite (al seguente link: https://bit.ly/2YPyA8y), oppure telefonando al numero 347 2502800. Al momento dell’ingresso, sarà verificato il regolare possesso del Green Pass. In caso di rinuncia dopo la prenotazione, si raccomanda di avvisare, in modo da rendere il proprio posto nuovamente disponibile per altre persone interessate.
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