Attualità - 31 agosto 2021, 14:50

Monsignor Guido Marini nominato vescovo di Tortona: “Io, servitore di due papi”

La sua figura è apparsa a milioni di persone nelle tante celebrazioni in Vaticano e nel mondo accanto a Papa Benedetto e Papa Francesco, ma la sua vocazione è nata a Genova dove ha fatto il seminarista

È un illustre figlio di Genova, classe 1965, monsignor Guido Marini, appena nominato alla guida della Curia di Tortona, che appartiene peraltro alla regione ecclesiastica ligure, pur essendo geograficamente in territorio piemontese e in provincia di Alessandria. Anzi è un orgoglio per il capoluogo ligure che non solo gli ha dato i natali, ma lo ha anche visto, giovane seminarista, diventare segretario particolare del cardinale Canestri, quando succedendo a Siri, diventò arcivescovo di Genova. Ruolo che ricoprirà poi anche con Dionigi Tettamanzi e Tarcisio Bertone e il cardinale Bagnasco, quando vennero nominati alla cattedra di San Siro.

Sacerdote di grande e profonda fede, lo si è visto per molti anni accanto a due Papi: Benedetto XVI e Francesco in tutte le cerimonie vaticane e visite papali nel mondo. ‘Mondovisione’ iniziata nel 2007 quando venne nominato dal Papa tedesco, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e prelato d’onore di Sua Santità, con conferma in tale incarico da parte di Papa Francesco. Nomina che don Guido, come comunemente è chiamato sotto la Lanterna, definisce “inaspettata”.

Il suo fisico asciutto nasconde però quello di uno sportivo che arrivò ad essere campione regionale in Liguria di fioretto e proseguire nell’attività sportivo-agonistica con il tennis a buoni livelli. La sua nomina alla guida del popolo dei fedeli tortonesi è stata significativamente annunciata il giorno della Madonna della Guardia e proprio presso il santuario genovese conosciuto nel mondo e dedicato alla madre di Gesù, cui a sua volta è dedicata Genova.

“In me ci sono due sentimenti - ha detto Marini commentando questo momento della sua vita - da una parte la gioia attraverso la Chiesa per il dono grande di diventare successore degli apostoli. D’altra parte tanto timore e tremore per una responsabilità altrettanto grande e per la quale confido molto nel Signore e nella protezione della Madonna”. E ricorda Sant’Ambrogio: “Grandissimo santo - dice - che diceva alla sua gente: Cristo è tutto per noi, salvatore, redentore, quando siamo con lui siamo tutto; quando siamo senza, siamo nulla. Nulla è meglio di Gesù e nulla avrò mai da darvi e dirvi di più”. Rivolge poi un pensiero alla sua nuova Chiesa ed ai sacerdoti che sono “primi collaboratori, compagni di viaggio e amici del vescovo. Il riferimento deve sempre essere Gesù con gli apostoli, così il vescovo per i presbiteri”.

Ma Marini confessa tuttavia di conoscere poco la diocesi di Tortona: “Anche se sono genovese e quindi al confine. Ci sono andato da giovane sacerdote, due o tre volte da segretario del cardinale Canestri, che era stato vescovo a Tortona come sua prima diocesi. Nell’occasione ebbi modo di andare in cattedrale, incontrare qualche sacerdote. La mia azione pastorale si inserirà nel solco della bella tradizione di quella Chiesa”. E lo stesso Canestri lo ordinò sacerdote nel 1989. “Mi è stato maestro non solo di fede, ma anche di vita, di cuore”.

Quindi gli anni di Roma, in Vaticano, con due Papi: “Ho servito Papa Benedetto per 5 anni e mezzo, Francesco per 8 e mezzo. Papi diversi ma complementari. Benedetto l’ho ammirato nel pensiero, nelle riflessioni, nella sua straordinaria umiltà che è grandissima. Francesco ha grande slancio nel cuore, vuole raggiungere tutti. Non lasciare indietro nessuno. Ricordo che durante una celebrazione in Vaticano mi disse di guardare alla mia sinistra un padre che portava sulle spalle un figlio e mi disse che così fa il Signore con noi. E questo indica chi è questo Papa”.

E Marini della sua esperienza sotto il Cupolone dice che è stata formativa, bella, mentre definisce la sua nomina a Tortona “nuova chiamata, nuovo cambio di pagina della storia di Dio nella mia vita che continua in un modo nuovo”. “Mamma e papà sono in Paradiso - dice narrando tratti della sua vita privata - morti giovani. Ho una sorella sposata con due nipoti grandi. Ho vissuto parte della mia vita con un nonno materno che era in casa con noi. A parte la trasmissione di Fede che mi deriva dalla vita in parrocchia, ho respirato da subito in casa questa Fede. Siamo cresciuti nella Fede e ricordo della mia famiglia la bellezza e la gioia di una grande unione e serenità”. “Le mie passioni - fa sapere ancora Marini - oltre allo sport praticato da giovane, con agonismo fino a 17 anni, sono la montagna che amo molto e le letture in generale con particolare interesse alla letteratura”.

Marini ha conseguito la maturità classica al liceo Colombo di Genova ed è quindi entrato in Seminario in seguito a una vocazione che gli è maturata all’ombra della Lanterna e che appare quasi tangibile parlando con lui. Grande fede e dolcezza, un sorriso di bontà e carità che gli è proprio da sempre. Il suo iter da sacerdote è fitto ed importante, sempre vissuto con la massima intensità e serenità in qualunque momento e situazione. E se mi è concesso un ricordo personale, non dimenticherò mai il suo grande aiuto quando, corrispondente di ‘Avvenire’ e Radio Vaticana, nelle feste comandate dovevo scrivere delle omelie dei vari arcivescovi. Capitava che fossi lontano dalla città; ma con don Guido mi accordavo di essere raggiunto telefonicamente e ragguagliato sul contenuto delle stesse omelie. Cosa che faceva con assoluta e indubitabile precisione. E con serenità tale che accadeva pure ci si dilungasse per parlare di vari argomenti diversi dalla Fede e di fare qualche battuta sull’attualità. Ho di tutto questo un ricordo forte e dolcissimo che conservo nel cuore e che mi sovveniva ogni volta che vedevo in tv la sua figura accanto al Papa, durante le visite del Santo Padre ovunque nel mondo.

Dino Frambati