Oggi è la Giornata mondiale della Terra. Oggi è il giorno in cui nella bozza del Recovery Fund sono stati stanziati 53 miliardi di euro per la rivoluzione green. Eppure nonostante l’impegno sulle tematiche ambientali sia sempre più concreto ad ogni livello, c’è un’amministrazione comunale che non è in grado di acquistare dei bus elettrici con determinate caratteristiche perché questi sono di difficile reperibilità sul mercato, e contestualmente c’è una delegazione di trentamila abitanti dove continuano a circolare mezzi risalenti ai primi anni Novanta che non solo sono usurati, ma sono pure fortemente inquinanti.
Succede a Pegli nel ponente genovese e succede sulle linee 189 e 190 ovvero le cosiddette linee collinari. Sono anni che sia i consiglieri municipali che i consiglieri comunali chiedono che queste vetture siano sostituite, sono anni che gli impegni vanno avanti in questo senso, ma all’atto concreto di bus ‘verdi’ nemmeno l’ombra. Varrebbe la pena di capire come mai, visto che ci si riempie tanto la bocca e si riempiono tanto i programmi elettorali di rivoluzione green. Poi autobus che emettono un terribile fumo nero passano a tutte le ore del giorno e della notte sotto alle abitazioni delle persone.
Sul tema è ritornato nei giorni scorsi il consigliere comunale, e capogruppo di Italia Viva a Palazzo Tursi Mauro Avvenente, attraverso la presentazione di un’interrogazione con richiesta di risposta scritta. Come noto a Genova il trasporto pubblico su gomma è gestito da Amt, quindi Avvenente ha sollecitato una replica all’azienda attraverso l’assessore con la delega alla Mobilità Matteo Campora. Il rappresentante di Italia Viva ricorda che “sulle linee 189 e 190 si stanno verificando continui disservizi, che evidenziano forti criticità di carattere manutentivo, di vetustà, di obsolescenza e di inquinamento atmosferico e acustico. Le linee in questione sono molto frequentate in funzione del fatto che servono quartieri collinari molto popolosi e spesso, troppo spesso, si verificano soppressioni delle corse”.
Secondo Avvenente “questa situazione si protrae da molto tempo e i cittadini hanno più volte formulato, del tutto legittimamente, reiterate richieste relative a un’ormai irrimandabile sostituzione dei mezzi attualmente in servizio”. Per questo, viene richiesto a chi di competenza “che cosa s’intenda fare sulla sostituzione dei mezzi, con altri che possano garantire l’esercizio del trasporto pubblico locale con puntualità, affidabilità, sicurezza e rispetto dell’ambiente”.
Già lo scorso luglio Amt aveva riferito di trovar difficoltà nel reperimento di mezzi adeguati, e le stesse difficoltà sono state confermate anche nove mesi dopo. Secondo il direttore generale Stefano Pesci infatti “i bus full electric lunghi otto metri e di prossima acquisizione, non potranno essere utilizzati sulle linee 189 e 190 perché, allo stato attuale, la loro altezza è di 3,25 metri e questa eccede il limite massimo di tre metri imposto dalla segnaletica verticale presente in corrispondenza del sottopasso ferroviario di viale Modugno, che vieta il transito ai veicoli di altezza superiore ai tre metri. Premesso ciò, ci preme in ogni caso evidenziare che, qualora in futuro il mercato renda disponibili bus elettrici con altezza pari o inferiore a tre metri, non mancheremo di valutarne la possibilità di utilizzo sulle linee 189 e 190”.
Ma com’è possibile che in tutto il mondo questi bus non esistano? Per soli venticinque centimetri la rivoluzione green può andare a farsi benedire? È tutto così assurdo da non sembrare neppure vero, e invece purtroppo lo è; intanto oggi è sempre la Giornata mondiale della Terra: auguri.
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Politica | 22 aprile 2021, 17:00
Pegli, gli autobus elettrici restano un miraggio
Non possono essere acquistati perché, a detta di Amt, non ne esistono sul mercato di altezza inferiore a tre metri (limite massimo consentito nel sottopasso di viale Modugno): la rivoluzione green? Può aspettare
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