"Oggi è la Festa delle Donne e vogliamo ricordare in particolare tutte le donne morte nella nostra tragedia senza dimenticare tutte le altre vittime e tutte le donne maltrattate ed uccise alle quali questa festa dovrebbe rendere onore. Con questa occasione facciamo alcune riflessioni", si legge in apertura di una nota stampa firmata da Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi.
"I nostri morti al momento hanno alcuni segni tangibili di memoria e sono: il grande impegno profuso per le indagini, l’impegno processuale e la Radura della Memoria a Genova - prosegue Egle Possetti -. Oggi questa Radura, embrione di ricordo, in attesa del memoriale, acquisisce nuova luce e diventa parte della città, auspichiamo che acquisisca vitalità e possa mantenere saldo il ricordo. Vediamo anche sensibili movimenti sul fronte indagini anche in altri luoghi che ci fanno tremare, venti strutture sequestrate in Sicilia, perché a rischio crollo, è evidente quanto il nostro paese abbia distrutto la sicurezza dei cittadini per lucro...".
"Il sistema marcio che ha consentito il crollo del Ponte Morandi è ancora più che vitale ed inserisce rattoppi sulle falle, ma potrebbe mietere nuove vittime.
I grandi lavori con disagi notevoli sulle nostre autostrade rappresentano quanto non è stato fatto in passato e sono lo specchio del disastro - si legge ancora nel documento -. Alcuni indagati nascondono i patrimoni!!! Questa nostra Italia funziona così purtroppo... quando il fuoco brucia si salvi chi può, ma che alcune persone non abbiano neanche un briciolo di dignità lo abbiamo capito da tempo.
Ma cosa deve ancora essere fatto per dare speranza? Tanto! Tutti dobbiamo percepire in modo tangibile sicurezza e rispetto tutti i cittadini. Alcuni organi di stampa stanno ipotizzando un mantenimento ad Autostrade Spa dell’attuale concessione per impossibile accordo con Cdp, il tutto con rinegoziazione delle condizioni. Non ci sono operatori seri in Italia o fuori dal nostro paese?".
Conclude Egle Possetti: "Come cittadini non siamo in grado di rispondere, ma pensiamo che le ns istituzioni debbano trovare soluzioni serie ed eque per risolvere il problema. Non possiamo stendere un velo di polvere su quanto avvenuto, non sarebbe giusto, andrebbe solo a vantaggio di chi ha nascosto, mentito e lucrato. Noi vogliamo incontrare il Presidente Draghi ed il Ministro Infrastrutture perché vedano i nostri occhi e sentano il nostro dolore di parenti e cittadini, qualunque sia la decisione dovrà essere giusta ma dovrà dare un segnale forte o non avremo futuro, e non lo avranno neanche coloro che al momento sorridono per le ns parole".