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Economia | 13 novembre 2020, 07:00

Smart working e sicurezza sul lavoro: le previsioni per il futuro

L'organizzazione del lavoro nel corso degli ultimi mesi è stata modificata, se non addirittura rivoluzionata, dalle condizioni di emergenza innescate dalla pandemia che si sono riflesse anche nella diffusione dello smart working.

Smart working e sicurezza sul lavoro: le previsioni per il futuro

L'organizzazione del lavoro nel corso degli ultimi mesi è stata modificata, se non addirittura rivoluzionata, dalle condizioni di emergenza innescate dalla pandemia che si sono riflesse anche nella diffusione dello smart working. Nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza previsti, gli orari di lavoro sono stati rimodulati, mentre anche la produttività e cambiata, complice la riprogettazione di attività che hanno dovuto cambiare pelle per continuare a esistere. Partendo dal presupposto che fino ad ora non si può prevedere quando si concluderà lo stato di emergenza, viene spontaneo domandarsi se allo smart working si continuerà a ricorrere anche nei prossimi anni, e non solo per dover rispettare gli obblighi di sicurezza.

Sicurya, un'impresa a cui affidarsi

Per usufruire di una consulenza aziendale specifica in merito si può contattare Sicurya, impresa esperta in sicurezza sul lavoro che si occupa di attività di progettazione, di formazione, di gestione delle pratiche e di rilievi strumentali. La professionalità e la passione sono i valori che, giorno dopo giorno, governano e guidano il modus operandi di questa azienda, sempre impegnata a studiare e fornire soluzioni per le imprese basate sulle loro specifiche esigenze. La combinazione di pratiche autorizzative, elaborazione di documenti e consulenze tecniche specifiche è il core business di Sicurya che, grazie alle proprie partenership, garantisce anche prestazioni di sorveglianza sanitaria.

Un'occasione per crescere

Parecchie imprese hanno optato per una completa riorganizzazione della propria attività, e non sempre ciò è avvenuto sulla base di una logica di esubero, a differenza di quel che si poteva pensare quando sono state introdotte le norme relative al blocco dei licenziamenti. Viceversa, la prospettiva che è stata adottata è improntata alla crescita: una circostanza che, però, può trovare attuazione unicamente a condizione che tutto il sistema delle competenze possa essere riprogrammato e riorganizzato. Se è vero che lo smart working non può prescindere dalla tecnologia, è altrettanto vero che le organizzazioni si devono adattare in modo più efficace dal punto di vista della flessibilità.

Una rivoluzione in corso

Non è esagerato affermare che quella in corso è una vera e propria rivoluzione, che però ha bisogno di essere accompagnata: per esempio con una formazione appropriata. La contrattazione collettiva, inoltre, potrebbe concentrarsi su una rimodulazione degli orari di lavoro. Varie ricerche svolte negli ultimi mesi dimostrano che lo smart working è stato apprezzato dai lavoratori: più di 6 su 10 sono contenti del lavoro agile e potrebbero accettare una retribuzione che si basi su premi variabili correlati alla produttività, uno dei principali aspetti che contraddistinguono il lavoro agile.

La questione della sicurezza sul lavoro

Intervenire su una nuova organizzazione del lavoro vuol dire anche prestare attenzione ai protocolli di sicurezza e al modo in cui essi vengono implementati. È necessario tenere in considerazione, nello specifico, le implicazioni che derivano dalla responsabilità del datore di lavoro in tema di sicurezza e salute sul lavoro, come indicato dall’articolo 2087 del codice civile. Uno sguardo attento è richiesto per la posizione dei soggetti a rischio, a cui spettano priorità per lo svolgimento da remoto del lavoro.

Cosa dice l’articolo 2087 del codice civile

Secondo l’articolo 2087 del codice civile, gli imprenditori sono obbligati, nell’esercizio dell’impresa, a mettere in pratica le misure che occorrono per garantire la personalità morale e l'integrità fisica dei lavoratori in base alla tecnica, all’esperienza e alla particolarità del lavoro. In sostanza si tratta di un obbligo generale di predisporre le misure che occorrono per la prevenzione dei rischi. I datori di lavoro si trovano, insomma, nella condizione di dover prevedere delle misure di carattere organizzativo che siano in grado di assicurare i livelli minimi di tutela.

Il regolamento sullo smart working

In questo momento il regolamento sullo smart working può essere considerato come la risorsa più agile per sperimentare un tipo di organizzazione del lavoro inedito, secondo gli standard previsti dalle linee guida e dai protocolli di settore. Al tempo stesso, esso è lo strumento di cui non si può fare a meno per garantire una gestione del personale appropriata: personale che ha diritto di svolgere la prestazione di lavoro secondo la modalità dello smart working, ovviamente a condizione che ciò risulti compatibile con le peculiarità della prestazione.

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