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Politica | 30 ottobre 2020, 15:45

Il Movimento 5 Stelle: “Si riprenda il tavolo di lavoro sulla gestione dei depositi petroliferi”

Gli esponenti pentastellati in Consiglio comunale presentano una mozione affinché sugli impianti di Multedo e di Fegino ci siano più controlli relativi al rispetto delle normative sulle sostanze odorifere e sulla loro emissione

Il Movimento 5 Stelle: “Si riprenda il tavolo di lavoro sulla gestione dei depositi petroliferi”

Mentre il dibattito sul dislocamento dei depositi costieri di Carmagnani e Superba dal quartiere di Multedo è sempre più intenso, anche perché prende ulteriormente corpo la collocazione delle due aziende sulla sponda di sinistra del torrente Polcevera nei pressi della sua foce, ci si torna ad interrogare sulle questioni legate alla sicurezza che non devono mai e poi mai passare in secondo piano: sia perché a Multedo tali depositi sono a pochissimi metri dalle case sia perché comunque andrà a finire la vertenza futura su Carmagnani e Superba, il quartiere sarà ancora interessato per diversi anni da questo tipo di ‘servitù’ industriali.

Occorre quindi che tutto funzioni al meglio e che il rischio d’incidenti sia davvero prossimo allo zero: va in questo senso il lavoro in Consiglio comunale del Movimento 5 Stelle che, va dato atto, su questo problema è costantemente in prima linea; nel corso della prossima seduta in sala rossa in programma il 3 novembre verrà discussa e poi votata la mozione numero 70/2018 che è stata presentata dai consiglieri Stefano Giordano, Luca Pirondini, Fabio Ceraudo, Giuseppe Immordino e Maria Tini, avente per oggetto: ‘Istituzione tavolo di lavoro in relazione alla gestione dei depositi petroliferi nelle aree di Multedo e Fegino’. Anche il quartiere di Fegino infatti è caratterizzato dalla presenza d’impianti a rischio d’incidente rilevante e in questo caso non è contemplata alcuna ipotesi di delocalizzazione, quindi il tema è ancora più delicato; la mozione, il cui testo è stato aggiornato allo scorso 5 luglio anche alla luce delle novità emerse, è indirizzata direttamente al sindaco di Genova Marco Bucci e alla sua Giunta comunale.

Il discorso è sempre lo stesso: di tanto in tanto questa pesantissima tematica ambientale viene toccata in Consiglio comunale attraverso un ordine del giorno, una mozione o un’interrogazione a risposta immediata, ma quello che mancano sono commissioni apposite oppure, per l’appunto, tavoli di lavoro che possano essere estesi anche a tecnici e persone al di fuori della politica. Il Movimento 5 Stelle ricorda che “i depositi petroliferi esistenti nell’area genovese (Multedo e Fegino) producono continue emissioni odorigene che limitano fortemente da anni la qualità della vita dei residenti nelle zone limitrofe e non v’è dubbio alcuno che l’emissione di sostanze odorigene e la relativa immissione di odori molesti nell’ambiente possano costituire pericolo per la salute o per l’ambiente e/o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente stesso”. Contestualmente gli esponenti pentastellati fanno presente che “i depositi petroliferi non richiedono formalmente un’esplicita autorizzazione alle emissioni inquinanti, ma per questi impianti possono essere imposte prescrizioni dall’autorità competente; e la normativa regionale o le autorizzazioni possono prevedere misure per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene a tutti gli impianti e alle attività che producono emissioni in atmosfera”.

Le recenti disposizioni stabiliscono “norme più severe, in particolare per le emissioni di sostanze classificate come cancerogene e tossiche per l’organismo umano, anche al fine di consentire la stima delle quantità di tali sostanze emesse durante i periodi in cui si verificano anomalie o guasti o durante gli altri periodi transitori e fissare appositi valori limite di emissione, riferiti a tali periodi, espressi come flussi di massa annuali”; inoltre in caso di “emissioni anomale e persistenti (anche dovute al non corretto funzionamento degli impianti), l’autorità competente dev’essere informata entro le otto ore successive con la possibilità di disporre la riduzione o la cessazione delle attività o altre prescrizioni”. Tali competenze spettano alla Città metropolitana, ma siccome “il Comune di Genova ha istituito un organo di controllo sulla salute e ambiente (Oas) che svolge un ruolo strategico per la salvaguardia della salute pubblica”, si chiede alla civica amministrazione “d’istituire entro quindici giorni dall’approvazione della presente mozione un tavolo di lavoro con Arpal, Asl, uffici competenti della Città metropolitana e del Comune di Genova, al fine di predisporre un protocollo per dare attuazione alle normative in relazione alla gestione dei depositi petroliferi nelle aree di Multedo e Fegino”.

Intanto sul tema del dislocamento è intervenuto nei giorni scorsi il Circolo di Pegli del Partito Democratico: secondo gli esponenti dem “i depositi costieri devono necessariamente essere dislocati dal quartiere di Multedo e dev’essere individuato, nel minor tempo possibile, un sito in ambito portuale, così come peraltro già previsto nella bozza di piano regolatore del 2016; il dislocamento comporta l’obbligo da parte delle aziende di prevedere la bonifica dei siti dismessi. Questi elementi sono per noi imprescindibili, affinché il percorso di dislocamento sia credibile e possa portare ad una soluzione realistica e concreta è necessario che siano coinvolti fin dall’inizio tutti i soggetti che sono parte in causa del processo. Al momento l’unica certezza è che dal 1987 ad oggi quest’amministrazione è stata l’unica a concedere l’aumento della capacità di stoccaggio dei depositi costieri sotto le case di Multedo. Pretendiamo quindi dal Comune: l’esito dello studio commissionato da Autorità portuale per individuare il sito più adatto al dislocamento; il parere di Enac sull’ultima delibera comunale; la presenza del sindaco in Consiglio municipale per confrontarsi col territorio. In assenza di questi elementi è del tutto evidente che ci sia il rischio di alimentare false speranze e accrescere inutili tensioni”.

Alberto Bruzzone


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