Ancora proteste contro la difficile situazione economica determinata dalla pandemia in pazza De Ferrari, e questa mattina è stato il turno dei lavoratori del comparto cultura e spettacolo, settore che ha subito uno stop dal lockdown generale di inizio 2020 mai del tutto scomparso.
Scuole di danza, tecnici, attori di teatro, organizzatori di eventi, è un mondo variegato quello della cultura e dello spettacolo, ma con in comune la necessità di risposte celeri sul futuro dei lavoratori, costretti in gran parte senza reddito da mesi. Oltre al pressante problema economico che affligge i lavoratori e le loro famiglie, i dimostranti sottolineano come a ricevere un danno importante sono anche le professionalità e i percorsi di crescita artistica, che necessitano di una continua attività di studio ed esercizio, spesso molto difficili da portare avanti con il distanziamento sociale e la chiusura delle strutture.
I lavoratori in piazza oggi, oltre che rivolgere un appello alle istituzioni affinché si prendano carico di mettere finanziariamente il settore in grado di sopravvivere, chiamano a raccolta da una parte i sindacati e le altre categorie produttive in difficoltà al fine di unire le forze per ottenere più attenzione da Governo, Regioni e Comuni: "Siamo qua innanzitutto perché diversamente che nel resto d'Italia in Liguria non è possibile manifestare, diritto che reclamiamo - spiega un lavoratore -. Abbiamo deciso questa iniziativa spontanea senza l'appoggio dei sindacati, ai quali chiediamo maggiore attenzione alle istanze dei lavoratori, per ricordare a istituzioni e cittadinanza come la nostra categoria abbia da subito messo in pratica tutele le misure necessarie per continuare a lavorare in sicurezza. Mentre la ristorazione è riuscita ad ottenere maggiore libertà di azione durante l'estate il nostro lavoro non è mai ripartito, ma ora che il coprifuoco colpisce le attività di somministrazione mi auguro ch le proteste non siano più settoriali. Io faccio sia il tecnico che il cameriere, e mi auguro che non si stia più chiusi nelle rivendicazioni che riguardano la propria categoria, ma che si lotti insieme avendo in mente il quadro d'insieme. Quest'emergenza sanitaria è diventata politica e sociale: vogliamo una riforma strutturale del settore dello spettacolo e della cultura. Non possiamo più accettare lo scarica barile politico fra i vari livelli di governo o fra la destra e la sinistra: vogliamo un dialogo vero oltre le fazioni e oltre le bandiere".
Spettacolo, cultura e danza, le interviste ai manifestanti di piazza De Ferrari: