Cultura - 12 settembre 2020, 14:00

Casella, le vie commerciali e la leggenda del riscossore dei Fieschi

Del passato feudale di Casella, resta oggi il palazzo Fieschi, che conserva la leggenda del riscossore che fuggì con il bottino

Il primo documento storico su Casella, nel quale il paese è citato con l'antico toponimo longobardo di Redigabio, risale al 1196. Tuttavia il borgo ha origini riconducibili all'epoca romana, legate alla presenza di importanti vie commerciali, come la "Strada dei Feudi imperiali" che collegava tra loro i castelli fliscani della valle e la "via del Sale", oppure la strada di fondovalle attraverso la val Trebbia, che collegava il porto di Genova con le città della pianura Padana.

Del passato feudale di Casella, resta oggi il palazzo Fieschi, con torre e corte interna, costruito nel XVII secolo, che si affaccia sull'attuale piazza XXV Aprile. Il palazzo fu fatto costruire sul finire del XVII secolo, molto probabilmente nel 1691 con la definitiva configurazione della piazza, proprio all'incrocio tra la strada "dei Feudi Imperiali" e la "Via del sale”, con funzioni amministrative e di controllo merci, tant’è che in tempi antichi vi era all’interno un vero e proprio “traffico di pedaggi”.

La leggenda narra di un vecchio riscossore ai servizi della famiglia, che non esitava a chiedere più del dovuto per destinare i denari in eccesso alle sue casse. Ignari dei “prezzi gonfiati”, gli avventori che passavano con i loro carri, pagavano puntualmente per poter proseguire il viaggio. Un bel giorno, tra lo stupore di tutti, il riscossore sparì dal paese e nonostante le ricerche non fu trovato da nessuna parte. Fu solo dopo diversi giorni che venne a galla la verità, in quanto i commercianti si chiesero il motivo di un abbassamento insolito dei pedaggi. Nessuno trovò mai quell’uomo e ancora oggi ci si chiede dove potesse essere fuggito, ma soprattutto con chissà quale bottino.

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Dario Rigliaco