Quale futuro per l’ospedale Padre Antero Micone di Sestri Ponente? Tornerà ad essere quell’importante presidio sul territorio, pienamente operativo, oppure dopo l’emergenza sanitaria dovuta al covid 19 c’è da aspettarsi qualche brutta sorpresa? Come va interpretato, in questo senso, il ‘commissariamento’ da parte di Alisa? Sono tutte domande che i sestresi si stanno facendo, e pure con un filo di preoccupazione, e che sono giustamente e doverosamente rimbalzate nel corso del Consiglio municipale di qualche giorno fa nella sede del VI Medio Ponente.
Da qui, su proposta della maggioranza ma con i voti anche di una parte dell’opposizione, è partita un’interpellanza sul tema rivolta al sindaco di Genova Marco Bucci. L’hanno firmata i rispettivi capigruppo Mauro Montauti (Partito Democratico), Sara Tassara (Gruppo Misto), Marzia Riminucci (Prossimo Medio Ponente), Bartolomeo Costanzo (Movimento 5 Stelle) e Nadia Carì (Chiamami Genova). Tassara spiega: “Abbiamo presentato come maggioranza insieme ad alcuni gruppi dell’opposizione, ovvero Chiamami Genova e Movimento 5 stelle, un’interpellanza al sindaco, per conoscere le sorti dell’ospedale di Sestri, auspicando un ritorno alla piena attività, passata l’emergenza covid-19, e un potenziamento di alcuni reparti di eccellenza. Crediamo sia fondamentale un ritorno alla piena funzionalità di un presidio sanitario fondamentale per il nostro territorio, che potrebbe peraltro sgravare l’ospedale Villa Scassi, messo a durissima prova da quest’emergenza”.
Secondo Tassara “se l’indirizzo della Asl fosse anche stato positivo, cosa che forse scopriremo solo se la nostra interpellanza riceverà risposta, sicuramente il ‘democratico’ commissariamento delle Asl in favore di Alisa, rende il futuro del nostro ospedale nebuloso e decisamente non roseo. Questo commissariamento è infatti propedeutico al destino della sanità nei territori, ed esautorare le Asl in questo momento non fa presagire nulla di buono per i servizi territoriali della sanità pubblica. In tutto questo, stupisce il voto contrario della Lega, che del resto già in passato si era sperticata in elogi dell’ormai trapassato progetto dell’ospedale di Erzelli: la sanità pubblica non è certo nelle corde della Lega, che non si è smentita nemmeno in questa sede, votando contraria a un documento in sostegno dell’ospedale Antero Micone”. Nel testo dell’interpellanza, i firmatari chiedono al sindaco “se nelle intenzioni di Alisa e/o Asl 3 esiste la volontà nel riportare l’ospedale Padre Antero Micone allo stato precedente alla pandemia. E se esiste un piano sanitario per il post-emergenza Covid-19 che riguarda lo sviluppo di tale importante presidio medico/sociale”.
Le cinque liste in Municipio ricordano che “a fronte del ‘Piano incrementale azioni urgenti’ predisposto da Alisa per favorire il contenimento dell’epidemia di coronavirus, il 13 marzo sono state avviate le attività per la trasformazione dell’ospedale Micone in ospedale dedicato ai pazienti covid e che in data 16 marzo è stato teoricamente dedicato per intero a questo scopo, con conseguente trasferimento dei reparti esistenti in altre strutture sanitarie. Lo spostamento tra varie strutture sanitarie ha comportato di conseguenza il trasferimento per personale del Padre Antero ad altre destinazioni, in particolar modo il personale infermieristico. Eppure, prima della sua trasformazione, l’ospedale Padre Antero ospitava svariati servizi sanitari come day surgery, day hospital e reparti di eccellenza come oculistica con più di tremila interventi all’anno; come cardiologia, con cardioaritmologia che proprio da Alisa era riconosciuta tra le quattro di terzo livello in Liguria e unico centro per la cura dei pazienti congeniti adulti; come chirurgia della mano. Poi, a seguito di tale nuova situazione, pure il punto prelievi è stato chiuso, riversando tutti i prelievi sull’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena e portando i cittadini a doversi spostare con maggiori distanze, con conseguente aumento di utilizzo di mezzi pubblici e privati. Infine c’è da considerare come il Pronto intervento di Sestri Ponente smaltisca circa ventimila accessi all’anno, che diversamente si riverserebbero sul Pronto soccorso di Villa Scassi”.
Adesso ci sono moltissime cose da capire, anche perché, fanno presente i proponenti del testo, “allo stato attuale l’ospedale Padre Antero non è più considerato un presidio per il ricovero dei pazienti infettati dal covid-19 e, finita la fase critica, l’ospedale Padre Antero dovrebbe ritornare alla sua funzione di presidio del territorio. Alcuni reparti come cardiologia, medicina, oncologia, otorino sono stati riattivati nella loro sede sestrese, ma allo stato attuale la struttura risente della mancanza del personale, in particolar modo quello infermieristico, per la copertura dei turni lavorativi”. Infine, le ultime due considerazioni: “Allo stato attuale, il progetto per l’assegnazione della progettualità/costruzione dell’ospedale sulla collina degli Erzelli si è bloccato, e non pare che sussistano percorsi futuri per il progetto. Esiste invece la preoccupazione in larga parte della cittadinanza della possibilità non accettabile di dismissione totale del Padre Antero. Infine, ci giunge il dubbio che le apparecchiature mediche di diagnostica presenti all’interno del Padre Antero, spente improvvisamente a causa dell’emergenza, e dopo un periodo di fermo, possano aver subito danni”.
Tantissimi elementi da chiarire quindi e intanto un’iniziativa analoga a quella del Municipio VI Medio Ponente verrà intrapresa da alcuni gruppi all’interno del Consiglio regionale. C’è un elemento infatti che non può non essere considerato: ovvero quanto la sanità pubblica, specie quella di prossimità, sia fondamentale nella gestione non solo delle emergenze, ma anche e soprattutto dell’ordinario. E quanto sia altrettanto fondamentale investire ogni tipo di risorsa pubblica su questo capitolo. Altrimenti anche una drammatica pandemia finirà per non aver insegnato un bel niente.
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Politica | 14 maggio 2020, 13:36
Sestri, un futuro assai nebuloso per l’ospedale Padre Antero Micone
In un’interpellanza al sindaco Bucci i capigruppo di Pd, Gruppo Misto, Prossimo Medio Ponente, M5S e Chiamami Genova chiedono chiarimenti, Sara Tassara: “Aver esautorato le Asl non lascia presagire nulla di buono”
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