Oggi più che mai il nostro grazie agli infermieri è forte e avvolgente. Nella ricorrenza della Giornata Mondiale dell'infermiere nell'anno del Covid, la professione si riscopre forse cambiata e più che mai indispensabile. Un anno da celebrare, non solo per questa infausta pandemia ma anche perché ricorrono i 200 anni dalla nascita di Florence Nightignale, fondatrice delle Scienze infermieristiche.
I NUMERI DEL COVID IN ITALIA
Sono circa 12 mila gli infermieri contagiati dal nuovo Coronavirus, 39 i deceduti, di cui 4 suicidi. E l'emergenza non accenna a diminuire.
Diceva Florence Nightingale:"L’infermieristica non è semplicemente tecnica, ma un sapere che coinvolge anima, mente e immaginazione”. Nel 1859 fu pubblicato per la prima volta il suo libro Note sull’assistenza infermieristica: cos’è e cosa non è, un manuale di 76 pagine con appendice di 3 pagine con suggerimenti pratici e motivazionali dedicati agli infermieri
Insegnamenti alla base di una professione che nei decenni si è profondamente modificata, diventando sempre più accurata e al passo con i tempi e la pandemia ha insegnato che occorre sempre più studiare dati e lavorare su evidenze scientifiche.
L'OMAGGIO DI BANSKY AGLI INFERMIERI
“Grazie per tutto quello che fate. Spero illumini un po’ il posto, sebbene sia solo in bianco e nero”. Qualche giorno fa il celebre street artist Banksy ha donato all’ospedale di Southampton, un bellissimo quadro che rimarrà esposto per qualche mese e poi sarà venduto per beneficenza.
Il quadro rappresenta un bambino che lascia nel cesto dei giocattoli Batman e l’Uomo Ragno per scegliere un nuovo supereroe: un’infermiera con il grembiule della Croce Rossa, la mascherina e un mantello.
Il video degli infermieri della Asl3:
NURSING UP
«Certamente quello di oggi, simbolicamente parlando, non può essere considerato un giorno come tanti. Ma allo stesso tempo, non è solo attraverso una data, non è solo con una celebrazione come quella odierna, che dobbiamo ricordare all’Italia e al mondo il ruolo degli infermieri, il loro “peso specifico” nel panorama della sanità nazionale».
Con queste parole, intrise della forza di chi da anni combatte, in prima linea, per sostenere una categoria di lavoratori che più che mai negli ultimi mesi, ha vissuto sulla propria pelle il dramma, l’angoscia, la fatica fisica e psicologica della lotta alla pandemia, il Presidente del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, Antonio De Palma, ci racconta il suo stato d’animo e il suo pensiero, nel commentare il significato, il valore che si cela dietro questa Giornata Internazionale dell’Infermiere, voluta dalle rappresentanze internazionali della professione, per celebrare gli infermieri, anche nel ricordo indelebile di Florence Nightingale.
«La rivendicazione della nostra dignità, umana, professionale e contrattuale, sottolinea De Palma, rappresenta una battaglia costante che dobbiamo portare avanti, come sindacato, ogni giorno. Affinché quello che è accaduto in questi mesi non si ripeta più. Le carenze strutturali degli ospedali, come la mancanza degli idonei dispositivi di protezione dal virus durante le lunghe ore di lavoro in corsia a contatto con i malati, e ancora la carenza di professionisti , ormai diventata questione annosa, del necessario inserimento di nuovo personale per far respirare chi ha dato anima e corpo per i pazienti, e non ultime le questioni contrattuali che ci affliggono da tempo in merito all’indispensabile revisione del nostro ordinamento professionale contrattuale , da allineare rispetto a quella del personale dirigenziale medico. Noi del Nursing Up, continueremo a presidiare le istituzioni e la politica per promuovere e sostenere una categoria che più che mai, dopo i due mesi della fase acuta della pandemia, ha dimostrato, senza mezzi termini, di essere uno dei pilastri umani e professionali su cui si struttura e sorregge il comparto sanitario di questo Paese. Nessuno deve dimenticare tutto ciò, nessuno osi farlo», sbotta De Palma in uno stato d’animo a cavallo tra rabbia e dolore. «Rabbia, ci spiega, perché siamo di fronte, da una parte, ad una cieca ed incompetente gestione istituzionale ed organizzativa che da troppo tempo ignora le richieste di attenzione della categoria, mentre dall’altra non possiamo non avere apprensione e sofferenza per chi ci ha lasciato, per chi ha perso la vita sul “campo di battaglia.” Perciò oggi, più che mai nella Giornata Internazionale dell’Infermiere, le nostre coscienze ci chiamano a ricordare e celebrare i colleghi che non ci sono più, portati via da questo nemico subdolo e invisibile.
Proprio ad onore di tutto questo, abbiamo voluto organizzare per questa sera, dalle 16 in poi, una videoconferenza nazionale dei nostri professionisti, che andrà in diretta streaming sulle pagine facebook Nursing Up. Si tratta di un incontro dove gli infermieri si racconteranno, per mettere a fattore comune le esperienze che hanno caratterizzato la corrente emergenza sanitaria e per delineare e condividere le strategie di azione sindacale.
L’evento sarà anche occasione per il lancio della nuova campagna social dal Nursing Up dal titolo: “#maipiucomeprima” , della quale forniremo ulteriori approfondimenti nel post conferenza .
E’ evidente che ci stiamo organizzando per proseguire con forza e determinazione nella nostra lotta. Vogliamo farlo con loro e per loro, ricordando ancora una volta, se fosse necessario, conclude commosso De Palma, che non siamo né gli eroi di queste tristi giornate, e nemmeno meritiamo di essere menzionati solo per l’impegno durante le nostre battaglie per il contrasto al Covid-19. Noi siamo professionisti con la “P” maiuscola, quelli che hanno avuto il coraggio di esserci “sempre”: siamo uomini e donne che nelle corsie e nelle stanze d’ospedale lottano quotidianamente per difendere la vita degli altri prendendoci cura di ogni persona che ci viene affidata. Tutto questo, e ci tengo sempre a sottolinearlo perché serve a confermare valore aggiunto alla nostra cultura professionale rispetto quella dei colleghi degli altri paesi nel mondo, come se ognuno di loro fosse un fratello, una sorella, una madre, un padre».