Videogallery - 12 maggio 2020, 11:31

Elicoidale, la difficile convivenza col cantiere: “Con la fretta a rimetterci sono i cittadini” (VIDEO)

Continuano i disagi per chi abita a ridosso del cantiere e i condomini di via Spaventa 7 tornano a chiedere la sospensione dei lavori almeno nei giorni festivi e il rispetto delle fasce orarie

Appena due giorni fa il boato che risuona in Valpolcevera, il buio, le grida, il timore di un nuovo crollo. Questa volta dell’elicoidale. È quello che hanno temuto gli abitanti del Campasso quando una gru ha tranciato un cavo dell’alta tensione, lasciando il quartiere senza luce e nel panico. Perché non solo il pensiero è andato alla tragedia del Ponte Morandi, ma subito, ad assalire, è stata la paura che a venire giù fosse stata quella rampa d’accesso al viadotto, su cui da mesi sono in corso i lavori di manutenzione straordinaria per l’apertura del nuovo ponte.

Si tratta di un cantiere aperto dal 20 febbraio scorso e che, soprattutto in tempo di coronavirus e quarantena, sta causando non pochi problemi a chi abita nei palazzi circostanti. Tanto che se prima, come già documentato dalla cronaca locale, ne volevano la riduzione, oggi ne chiedono la sospensione al meno nei giorni festivi e il rispetto degli orari. “Ognuno di noi ha già delle patologie che si aggravano – spiega la portavoce del condominio di via Spaventa 7 - il bimbo della mia vicina di casa, che è asmatico, si sente male non appena va sul poggiolo, una vicina vomita spesso per il forte mal di testa”.

Questo è dovuto alla polvere e ai rumori continui che sono costretti a respirare e sentire per tutto il giorno, a causa della sabbiatrice e dei martelli pneumatici in funzione senza sosta, anche quando il regolamento non lo consente (di sabato e domenica non devono essere usati): “Nella relazione tecnica di Autostrade è indicato che avrebbero installato i pannelli fonoassorbenti, che invece non ci sono, e che la sabbiatrice sarebbe stata in funzione solo per pochi giorni, invece ha smesso lo scorso 6 maggio”.

 

Ma andiamo con ordine. I lavori, appunto, sono iniziati il 20 febbraio, ma le proteste solo dopo Pasqua. Quando i rumori sono diventati incessanti, infatti, gli inquilini si sono accorti, dalla documentazione fornita da Autostrade, che l’autorizzazione ai lavori era concessa, ma nel rispetto di precise fasce orarie, che invece non erano rispettate. Per esempio ci vuole una pausa dalle 12 alle 13 e dalle 8 alle 9 non si devono superare i 70 decibel; eppure la pausa non c’è mai stata, perché “gli operai devono fare i turni per il pranzo col distanziamento”, e i decibel “erano 85 già alle 8”. Per questo, dopo le prime proteste c’è stato un adeguamento alle norme, ma non sempre vengono rispettate”.

Inoltre, nonostante gli esposti al Comune di Genova dall’amministratore condominiale, e il sopralluogo del 25 aprile dell’assessore Caterina Patrocinio del Municipio Centro Ovest e del consigliere Fabio Papini, che abita al Campasso, sembra che i lavori siano perfino aumentati: “ne abbiamo ottenuto la cessazione durante la notte, ma dal primo maggio sono diventati più intensi di prima”.

E loro si sentono beffati. Anche perché bisogna aggiungere che, stando sempre alla relazione tecnica di Società Autostrade, non tutti i palazzi della zona sono direttamente interessati, dal punto di vista fonometrico, al rumore del cantiere, ma solo quelli non abitati, cioè i civici 39 e 41 di via del Campasso, sfollati dal crollo del Morandi, e il civico 8 di via Pellegrini, dichiarato come sede del Circolo Ricreativo Avellini, ma in realtà è abitato da venti famiglie – continuano gli inquilini - e poi ci siamo noi di via Spaventa 7, un condominio di 46 famiglie” neanche citato.

I cittadini ritengono che il Comune avrebbe dovuto accertarsi che la relazione tecnica di Autostrade fosse conforme alla realtà. Per questo Caterina Patrocinio ha scritto all’amministrazione evidenziando come in quella zona manchino i ricettori per la valutazione sull’impatto acustico. La risposta? “Il Comune chiederà ad Autostrade i dati, ma saranno corretti? Intanto Arpal, si è messa in contatto con una referente del condominio e stanno cercando di valutare la situazione nonostante ci siano molte difficoltà dalle restrizioni da Covid, con il rischio che dopo il 18 maggio i lavori rumorosi saranno pressoché finiti”.

Intanto, però, chi abita lì non fa più vita: “Siamo famiglie con bambini e adolescenti, costretti a restare a casa per tutto il giorno o quasi, con le finestre chiuse”, mentre si studia a distanza o si fa smartworking. “Ogni vano di casa mia si affaccia sull’elicoidale – spiega una condomina - per cui non ho alcuna possibilità per evitare di sentire il frastuono, e nemmeno mio figlio, che deve seguire le lezioni”.

Per tutte queste ragioni quindi, visto anche il momento di costrizione che stiamo vivendo, “Non vogliamo rimborsi, non sono i soldi a interessarci, ma la nostra salute, che va tutelata. Autostrade ha sempre dichiarato sicura la struttura elicoidale, ma solo il 20 febbraio 2020 sono partiti notevoli interventi di messa in sicurezza dovuti a un grave stato di deterioramento, e ora che c'è fretta di consegnarla con il nuovo ponte a rimetterci, con enormi disagi, sono i cittadini!”.

Per questo, concludono i condomini, sarebbe ancor più corretto sospendere i lavori fino all’autunno “quando di nuovo torneremo in ufficio e i ragazzi a scuola e allora non dovremo sopportare rumore per tutto il giorno. Noi, da cittadini, dobbiamo rispettare le regole, altrimenti veniamo multati, ma vale anche per gli altri, che invece non stanno facendo altrettanto. Inoltre riteniamo che il nuovo ponte si possa inaugurare anche senza i lavori finiti all’elicoidale, che è solo la rampa d’accesso all’autostrada in direzione Milano”.