Quante volte in questi giorni a noi pendolari è stato chiesto, e noi stessi ce lo siamo domandati ripetutamente, se con l’avvio della c.d. “Fase 2“ viaggiare sui treni sarà sicuro?
La domanda, nella sua essenzialità, diventa quasi angosciante per chi suo malgrado non può fare a meno – per esigenze lavorative - di dover utilizzare i mezzi pubblici e i treni particolare. E questa sensazione di angoscia è “fotografata” perfettamente dall’espressione terrorizzata del volto di Thomas Levy (interpretato dal grande Dustin Hoffman) allorché, in quella che è diventata una scena cult della cinematografia mondiale, si sente ripetere dal dottor Christian Szell (interpretato da Laurence Olivier, uno dei migliori attori drammatici di ogni tempo), in modo meccanico ed inquietante, la famosa domanda “E’ sicuro?”
La risposta che almeno adesso riesco a dare, detto molto schiettamente, è “Mah?”.
A seguito di video-call tenutesi in queste ultime due settimane sia con l’Assessore ai Trasporti della Regione Liguria che con le aziende ferroviarie (Trenitalia e Rfi) nonché con le varie Associazioni a tutela dei consumatori, i Comitati dei Pendolari della Liguria hanno rappresentato le esigenze di poter viaggiare in sicurezza, effettiva e non solo “protocollare”, potendo fare affidamento su misure adeguate che garantiscano tutto ciò. Tra le varie proposte che il nostro Comitato aveva già presentato nei giorni precedenti segnalo in particolare:
- l’uso obbligatorio delle mascherine per tutti i passeggeri;
- l’accesso ai convogli consentito solo previa prenotazione (obbligatoria, e gratuita) del posto a sedere;
- sistemi di accesso, almeno nelle stazioni più grandi, tali da consentire un check di chi possiede valido titolo di viaggio;
- adeguate segnalazioni nelle carrozze per individuare i posti a sedere disponibili e quelli inibiti per garantire il distanziamento sociale.
Va innanzitutto evidenziato che ad oggi non circolano ancora i treni della Divisone c.d. “Long Haul” (Frecce e InterCity) o comunque pochi di essi mentre ha ripreso a circolare dal 4 maggio il 60% della flotta dei treni Regionali e va detto che l’applicazione integrale delle misure di sicurezza e di salvaguardia da noi proposte non sono oggettivamente di facile applicazione su questa tipologia di carrozze (penso, in particolare, alla numerazione dei posti a sedere – che, per chi non lo sapesse, non esiste sui Regionali - nonché alla apposizione di cartelli e segnali adesivi che vietino l’utilizzo di una parte consistente dei posti a sedere medesimi al fine di consentire il c.d. distanziamento sociale). E’ vero che ci è stato segnalato dalla Direzione Regionale Liguria di Trenitalia che stanno provvedendo all’affissione e alla collocazione di questi segnali ed avvisi a bordo dei convogli ma, ad oggi (6 maggio 2020) l’ipotesi di adottare un sistema di prenotazione (on-line), obbligatoria e gratuita, non è stato ancora adottato né si è ancora avuto indicazione che verrà introdotto. Certo, non è una misura di facilissima applicazione - lo ribadisco, soprattutto per molto ampia flotta di convogli sui quali abitualmente, non essendoci posti numerati, non esiste la possibilità di fare delle prenotazioni – ma è indiscutibile che, in una fase ancora molto delicata come quella della “ripresa post lockdown”, ancora densa di incognite e di rischi di possibili nuove ondate del virus e che non si esaurirà nel giro di poche settimane, la prenotazione obbligatoria scongiurerebbe in gran parte il rischio che utilizzino il treno persone che non son affatto titolate (il che, peraltro, accade anche in tempi normali a dire il vero). Per quanto concerne poi l’uso obbligatorio delle mascherine da parte dei passeggeri questo è un aspetto, almeno per quello che si è potuto verificare, non ancora ben definito: è segnalato nelle stazioni e sui treni con chiara e diffusa visibilità?
Quello che, comunque, suscita delle perplessità è il fatto che soprattutto l’osservanza delle ultime misure citate (indossare le mascherine; non sedersi sui sedili sui quali verranno posti degli adesivi e/cartelli di divieto di utilizzo) sia affidato al senso civico dei passeggeri. A tale proposito nei miei ultimi post non avevo mancato di evidenziare che vi sono stati non pochi casi di comportamenti irresponsabili anche nel pieno del “lockdown” ma non si può neppure negare che la maggior parte dei cittadini italiani ha tenuto comportamenti responsabili. Ciò, però, non toglie il fatto che le Aziende dei trasporti debbano mettersi nelle condizioni di poter effettivamente monitorare i comportamenti degli utenti perché basta che un solo individuo agisca in modo scorretto per mettere potenzialmente a rischio la salute di più persone; quindi affidiamoci pure al senso di responsabilità dei singoli cittadini ma chi gestisce un servizio pubblico non può venire al proprio compito di controllare e di sanzionare chi viola la legge e le regolamentazioni definite dalle singole aziende dei trasporti. A tal proposito quanto mai pertinente ed appropriata per situazioni del genere è la locuzione latina “Unum castigabis, centum emendabis”, rielaborata in epoca moderna da Mao Zedong (eh sì, i Cinesi hanno sempre la loro da dire….) "Colpirne uno per educarne cento".
Vedremo. La c.d. Fase 2 è appena iniziata ma lo stato di incertezza è ancora dominante e, al netto delle spesso stucchevoli polemiche tra partiti ed esponenti politici, occorrerà procedere da un lato con la doverosa e necessaria cautela onde evitare devastanti nuove ondate del virus e dall’altro con la capacità di tenere in piedi le sorti economico- sociali di questo Paese. Le criticità maggiori, a mio avviso ma altresì di molti osservatori, sarà soprattutto a fine estate-inizio autunno, quando molte attività riprenderanno appieno (una tra tutte le attività del settore scolastico) e i flussi di persone, anche a bordo dei mezzi pubblici, saranno decisamente più elevati, quando il Covid19 sarà ancora presente tra di noi e potenzialmente impattante.
Ci vorrà forza d’animo, certamente, ma sempre molta prudenza, non dando per scontato che si tornerà presto alla normalità. E a chi continua a ripetere e a scrivere: “Andrà tutto bene” io mi limito a rispondere, con lo sguardo inquietante del dottor Christian Szell, “E’ sicuro?”