“In alcune aziende dell’area metropolitana sono stati attivati i test sierologici sui lavoratori e come sindacato abbiamo posto dei vincoli: volontarietà, rispetto della privacy, prelievi in spazi idonei con personale specializzato e nessun utilizzo discriminatorio sull’attività lavorativa del dipendente”: è quanto si legge in una nota di Fiom Cgil Genova.
“Tutti sappiamo – prosegue la nota – dei limiti di questi test: percentuale di affidabilità, interpretazione corretta dei dati, nessuna certificazione da parte dell’Istituto superiore di sanità; sono indagini epidemiologiche utili e che vanno utilizzate in questa veste. Questo rende incerti i comportamenti nei confronti dei lavoratori e lavoratrici definiti positivi, una positività agli anticorpi sulla quale non è ancora oggi stato chiarito quali procedure sanitarie comportino al lavoratore, all’azienda, al medico curante, all’Asl e alle strutture pubbliche”.
“Riteniamo i test sierologici – spiega la nota – uno strumento a cui accompagnare altre iniziative e verifiche, sicuramente tutte le procedure ed i dispositivi di protezione sul luogo di lavoro, ma servono anche i tamponi nasofaringei che sono ad oggi l'unico strumento certificato sulla presenza della malattia e sulle procedure obbligatorie per il lavoratore e per le strutture sanitarie; è necessario che la Regione Liguria insieme ad Alisa e alle Asl garantisca che per tutti i lavoratori e lavoratrici dichiarati positivi dai test sierologici sia possibile eseguire anche il tampone”.
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Politica | 07 maggio 2020, 14:36
Fiom Cgil Genova: “Lavorare in sicurezza: non solo test sierologici ma anche tamponi”
"E' necessario che la Regione Liguria insieme ad Alisa e alle Asl li garantiscano per tutti i lavoratori e lavoratrici”
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