"L’intitolazione del porticciolo di Nervi a Luigi Ferraro, repubblichino e incursore della decima flottiglia Mas (corpo dell’esercito alleato dei nazisti in Italia) decisa nella giornata di martedì dal Sindaco e dalla maggioranza del Comune di Genova è un atto inaccettabile che offende la storia della Città di Genova, Medaglia d’oro al valor militare e dove i nazisti si arresero ai partigiani", si legge in apertura di un comunicato stampa firmato da Anpi Genova, Camera del Lavoro di Genova, Arci Genova, Comunità di San Benedetto e Libera Genova.
"Atto grave, a prescindere dei meriti successivi alla guerra di Ferraro, perché la storia non si cambia: lui, sicuramente pioniere della subacquea con meriti sportivi, ma pur sempre aderente alla repubblica di Salò, scelta sempre rivendicata con orgoglio - si legge ancora nella nota stampa -. La mozione, presentata a sorpresa il 30 aprile, è stata portata ai voti nonostante le firme di oltre 7 mila genovesi che ne chiedevano il ritiro.Riteniamo grave che il Sindaco e la Giunta non ascoltino la voce di cittadini e associazioni; la scelta che si e' operata divide la città ela colpisce nel profondo della sua storia e dei suoi sentimenti. Con questo atto si sceglie consapevolmente di equiparare chi torturava alla Casa dello studente e chi subiva la violenza, chi veniva deportato a Mauthausen come i lavoratori del 16 giugno '44 e chi li caricava sui treni, chi è stato trucidato al Righi, al Turchino, al forte di San Martino, chi come Don Bobbio è stato ucciso dopo tre giorni di violenze, e chi le ha perpetrate: questo erano i repubblichini. Con quel voto e le dichiarazioni del Sindaco che mette sullo stesso piano partigiani e repubblichini, si sono equiparate torto con ragione,dittatura con libertà. A pochi giorni dalle celebrazioni per la festa della Liberazione alle quali il sindaco ha partecipato non si può stare contemporaneamente coni partigiani e con chi li combatteva.Non lo possiamo permettere, a difesa della memoria della nostra città e dei tanti uomini e delle tante donne che hanno lottato, si sono sacrificati, anche con la vita, per darci in dono la libertà e molti di loro, sopravvissuti alla guerra, si sono sempre battuti a difesa della nostra democrazia".