Attualità - 06 maggio 2020, 13:33

Telemedicina, tele-riabilitazione e covid19: uno sguardo al futuro dall'università di Genova

Grazie agli SmartPants il paziente potrà fare gli esercizi a casa propria e gli specialisti potranno seguirlo da remoto

Tra le attività dell'università di Genova a supporto della popolazione durante quest’emergenza, vengono segnalate le innovazioni in campo riabilitativo: metodi accessibili ed economici per una migliore qualità della vita; SmartPants: la calza tecnologica; da disciplina hi-tech a strumento alla portata di tutti: l'evoluzione della telemedicina; telemedicina in aiuto di pazienti isolati da covid19.

La telemedicina è una disciplina di recente nascita che prevede la valutazione e l’analisi di specifiche funzioni fisiologiche (attività cardiaca, pressione arteriosa, saturazione di ossigeno) del paziente tramite controllo remoto: il professionista sanitario può in questo modo monitorare il paziente a casa sua, garantendo simile qualità di assistenza. Un ramo della telemedicina che si sta sempre più imponendo è la tele-riabilitazione, ovvero un nuovo modo di seguire gli esercizi riabilitativi che il paziente può fare a casa da solo, sempre in sicurezza per l’assiduo controllo a distanza del fisioterapista che può registrare, oltre alle modalità d’esecuzione del movimento, anche i parametri fisiologici, e correggere eventuali errori come fosse presente.

Grazie agli SmartPants il paziente potrà fare gli esercizi a casa propria e gli specialisti potranno seguirlo da remoto: se qualcosa va male lo sapranno subito, se la modalità esecutiva è errata potranno chiamarlo in tempo reale, se sta andando bene l’appuntamento sarà fissato ad una nuova visita ambulatoriale di controllo. Gli SmartPants sono composti da una fascia elastica elasticizzata corredata da: sensori collegati ad un rilevatore, a sua volta connesso alla rete internet, che rilevano l’ampiezza, la direzione e l’angolazione del movimento; interfacce elettroniche per la raccolta ed il condizionamento dei segnali provenienti dai sensori; un’intelligenza per l’elaborazione dei segnali e l’elaborazione wireless per l’invio dei dati acquisiti ad un database; interfacce per il paziente, in questo caso anche finalizzate a motivare il paziente nel esercizio e per i medici e i fisioterapisti.

Quanto alla telemedicina in aiuto di pazienti isolati da covid19 è stata riportata recentemente sull’International journal of rehabilitation research un'esperienza del team dell'università di Genova: il primo caso di paziente affetto da neuropatia di Charcot-Marie-Tooth, una malattia neuromuscolare ereditaria progressiva che ha contratto il covid19; la malattia s’è manifestata in forma lieve, ma è stato necessario applicare il sistema telemedicina per proseguire la riabilitazione di un delicato intervento alla mano a cui era stato sottoposto e per rimediare ad alcuni deficit causati dalla neuropatia stessa. La tele-riabilitazione, effettuata due volte a settimana in sedute di un’ora ha sortito effetti significativamente positivi apprezzati dal paziente.

Redazione