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Attualità | 30 aprile 2020, 15:52

Lanciato un concorso d’idee per migliorare la zona di Lungomare Canepa

L’iniziativa parte dal Comitato dopo l’ultimo sfregio della recinzione, Silvia Giardella: “Facciamo vedere come vorremmo Sampierdarena, non è possibile accettare qualsiasi soppruso”

Lanciato un concorso d’idee per migliorare la zona di Lungomare Canepa

Certo che il confronto è impietoso: c’è stato un tempo in cui lungomare Canepa era veramente un lungomare, con le case affacciate sul mare e la possibilità di raggiungere una spiaggia; l’ultimo scatto, invece, il più recente, è di una tristezza infinita e da quei tempi delle immagini seppiate sembrano passati millenni invece che pochi decenni.

A completamento di quell’autostrada a cielo aperto - e senza alcuna protezione dal rumore né dall’inquinamento - tracciata senza pietà alcuna per i residenti dopo il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018 e divenuta, in pochissimo tempo, la strada urbana più trafficata d’Italia (con tutte le conseguenze del caso), nei giorni scorsi è comparsa una recinzione a separare le abitazioni e la striscia d’asfalto sul versante nord. La viabilità è stata completamente isolata, resa un elemento a sé, rispetto a tutto il resto dell’insediamento: quasi fosse una necessità e non più una servitù. Nel frattempo le tanto promesse opere di riarredo ed abbellimento urbano sono molto di là da venire, tutto è ancora per aria e soprattutto non c’è alcuna prospettiva concreta rispetto a quella galleria fonica che almeno dovrebbe un po’ preservare chi vive da queste parti.

A fronteggiare il tutto, la battaglia del Comitato Lungomare Canepa che prosegue instancabile giorno dopo giorno. Ma che, siccome è fatta da persone intelligenti, non si ferma mai solo alla protesta, alla denuncia, al pungolare le istituzioni, ma passa altrettanto spesso alla parte propositiva. Sono tante le persone che negli ultimi mesi si sono schierate in favore di questi cittadini. Loro, anche grazie alla bravura della sua presidente Silvia Giardella, sono riusciti a raccogliere sempre più consensi. Hanno dato prova di solidarietà enorme, ad esempio, quando c’è stato da aiutare l’ospedale di Villa Scassi, organizzando raccolte benefiche che hanno portato all’acquisto di mascherine, tute e altri dispositivi e presidi sanitari per un valore complessivo di decine di migliaia di euro.

Questo per dire che parliamo di un gruppo coeso, organizzato e con le idee molto chiare. Bellissima, in particolare, l’ultima, che è stata presentata nelle scorse ore. A scrivere è stata Giardella: “Sampierdarenesi, mi appello a tutti: cerchiamo di salvaguardare la nostra bella Sampierdarena e cerchiamo tutti di chiedere migliorie, più verde e vivibilità. Basta asfalto, degrado ed invivibilità. Ora che siamo reclusi, è ancora più evidente la necessità di spazi verdi e di una vera passeggiata. Siamo, insieme a Cornigliano, l’unico quartiere ad aver perso l’accesso al mare e a non avere nessuna area vivibile. Solo asfalto e cemento. Se tutti ci uniamo a chiedere davvero un progetto di riqualificazione, insieme ce la faremo”.

Per questo, il Comitato Lungomare Canepa lancia un appello ad “architetti, paesaggisti e designer, sia iscritti al Comitato che non: create voi una Sampierdarena davvero vivibile. Fateci avere bozzetti, disegni di come la vorreste voi. Oltre ai professionisti, mi appello a un’altra categoria: quella dei nostri bambini, ragazzi e adolescenti, disegnate e raccontateci come vorreste che fosse Sampierdarena. E, perché no, anche gli anziani. Fateci avere le vostre idee. Io mi appello al nostro Fabio, che ha creato per noi tutti i progetti grafici e diversi render. I disegni e i quadri li esporremo in una sorta di mostra, per ora virtuale”. Poi si vedrà. Anche questo è un bel modo, per nulla convenzionale ma assolutamente interessante, per parlare di un cambiamento, per promuovere un miglioramento. Perché ogni cosa può essere meglio di un’anonima e tristissima recinzione. Per partecipare al concorso d’idee è sufficiente inviare una mail contenente il proprio elaborato all’indirizzo lungomarecanepa@gmail.com. “Di seguito l’oggetto da indicare: 1) Per i professionisti del settore (sono benvenuti anche universitari e laureandi) indicare: ‘Lungomare Canepa: un luogo in cui vivere’. 2) Per i bimbi, ragazzi, adolescenti, adulti (da 0 a 99 anni): ‘Lungomare Canepa che vorrei’. Grazie a tutti”.

Quanto alla recente recinzione la posizione dei cittadini è unanime: “Riteniamo che la recinzione installata, a chiusura totale del verde faticosamente conquistato due anni e mezzo fa, sia un ulteriore schiaffo a una cittadinanza già sofferente da traffico e smog arrivati a livelli di guardia - dice la presidente del Comitato Lungomare Canepa - Siamo una parte di cittadinanza completamente invisibile verso cui sembra possibile qualsiasi sopruso. Due anni e mezzo fa era partita una petizione firmata da tremila persone in cui si chiedeva una passeggiata corrente tutta la lunghezza della strada fruibile dalla cittadinanza e ben separata dalla sede stradale. Avevamo chiesto e ottenuto l’abbattimento di quel famoso muro. Poi, l’anno scorso, sono stati piantati cespugli e installate gabbie arrugginite, ma il tratto era ancora percorribile. Oggi, 27 aprile 2020, hanno definitivamente recintato la porzione che ci separa dalla tangenziale. Il poco verde esistente sarà a solo beneficio di automobilisti e camionisti, mentre chi vive il luogo lo guarderà dalla gabbia. Nessun’altra zona di Genova ha strade recintate, nemmeno corso Europa lo è. Qui tutto sembra che venga fatto a sfregio della popolazione che aveva osato rivendicare la salute del proprio quartiere. E pensare che ci avevano illusi che la nuova strada avrebbe riqualificato la zona e avrebbero fatto una passeggiata. Al momento siamo passati da una meravigliosa spiaggia, ad una camionale terra di Autorità Portuale, ma in uso al Comune, a un autodromo trasformato in zoo. Dove gli animali in gabbia siamo noi, gli abitanti”.

C’è una bella canzone americana che dice: ‘Build more bridges, and tear down walls’, costruisci più ponti e butta giù i muri. Ora un nuovo ponte c’è. È l’ora di buttare giù i muri, non di fare i recinti.

Alberto Bruzzone

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