L’associazione “unitaMente”, costituita da imprenditori e imprenditrici che operano nel settore dei servizi scolastici 0 - 6 anni privati (nidi, scuole dell’infanzia e servizi per l’infanzia), ha come scopo quello di dare una effettiva rappresentanza alla categoria, tutelando e sviluppando i servizi resi da parte delle imprese private operanti nel settore, realizzandoli nei rapporti con istituzioni pubbliche e private, Pubblica Amministrazione e organizzazioni politiche, economiche e sociali, a livello nazionale, europeo e internazionale.
Da qui l’esigenza dell’associazione di aprire un dibattito costruttivo con il governo, al fine di richiedere alcune misure di sostegno alla categoria, non interessata dai provvedimenti legislativi e regolamentari assunti in questa fase dai Ministri competenti.
"Questa drammatica crisi che si è abbattuta su diversi settori economici e sociali - spiega il presidente dell’Associazione, Rossella Nocenti - sta portando il sistema dei servizi socio educativi privati per l’infanzia al collasso. Come noto, i Decreti in queste settimane emanati dalle Autorità Statali e Locali, ci hanno costretto a chiudere le strutture scolastiche, facendo venir meno anche la funzione sociale cui le nostre attività sovrintendono, colmando, spesso, lacune, inefficienze o insufficienze dell’istruzione pubblica. Come è evidente, molti gestori hanno dovuto affrontare il mancato e puntuale pagamento delle rette da parte di molte famiglie e senza di esse, le attività sono costrette a chiudere con consistente perdita di occupazione. Questa situazione ci costringe ad enormi sacrifici diretti, relativi al pagamento dei costi per locazioni, mutui e finanziamenti, imposte e forniture. Senza considerare che la cassa integrazione in deroga attualmente è prevista per sole nove settimane, lasciando incertezze sul futuro. Abbiamo, quindi, ritenuto necessario richiedere l’attivazione di un tavolo di confronto con il Governo, al fine di valutare alcune proposte che riteniamo indispensabili per evitare la chiusura delle attività e il crollo dell’offerta dei nostri servizi".
Alcune richieste promosse dall’Associazione al Governo:
- sostegno economico prevedendo, ad esempio, un’elargizione di denaro parametrata su ciascun bambino iscritto al mese di febbraio 2020, così da poter affrontare il pagamento dei costi non sospesi dalle misure adottate fino ad oggi (canone di locazione in primis e/o mutui fondiari);
- sospensione dei tributi locali, trai quali la TARI;
- sospensione almeno per tutto il 2020 dei pagamenti contributivi e fiscali con l’impegno, alla conclusione dell’emergenza sanitaria, di avviare un confronto per valutare come ristorare il fisco e gli altri enti (INPS) delle entrate sospese;
- estensione delle misure dirette alla decurtazione dei canoni di locazione per le classi catastali di iscrizione degli immobili adibiti all’esercizio delle imprese, qualora non ristorati da altre misure economiche.
"Ci rendiamo - continua Nocenti - disponibili all’apertura di un tavolo di confronto per l’analisi e lo studio urgente delle misure che dovranno venire attuate nella “fase 2” per la nostra categoria, che auspichiamo venga presto avviata, nei limiti dell’attuale situazione di emergenza sanitaria. Nel comparto sussiste l’impossibilità di adottare distanziamenti sociali con i bambini, proponiamo, quindi, di valutare l’ammissione all’interno delle nostre strutture, ad esempio, solamente ai minori che abbiano effettuato il tampone, con relativa presentazione del certificato di esecuzione all’ingresso in struttura. Ci permettiamo, dunque, di sottolineare l’importanza di questo confronto che auspichiamo venga avviato presto con la nostra Categoria, dando la massima disponibilità ai Ministri competenti, al fine di elaborare soluzioni concrete".