“Trasferimenti che mascherano la volontà di licenziare”. E’ questo secondo i sindacati, l’ultimo piano industriale della dirigenza del gruppo Itas Assicurazioni, che nella sede di Genova conta 200 impiegati (la sede centrale è a Trento).
“Nell’ultimo triennio c’è stato un calo degli utili a causa di piani industriali errati da parte della nuova governace – spiega William Zito, coordinatore aggiunto della Uilca -, che adesso vuole risollevare gli utili col trasferimento di circa metà dei dipendenti, dopo che hanno raddoppiato i dirigenti e assunto nuovo personale”. Per questo, dal momento che il 50% dei lavoratori è costituito da donne d’età media inferiore ai 50 anni, e con figli, “è evidente che i trasferimenti sono dei licenziamenti camuffati, in quanto la maggior parte di queste lavoratrici non sarà disposta ad andare via da qui, e quindi rassegnerà le dimissioni”.
E considerando che Itas, non solo resta un’azienda solida, con “un miliardo di euro di portafoglio tra il ramo danni e il ramo vita”, ma, in quanto mutua, dovrebbe, da statuto, reinvestire parte degli utili a favore dei dipendenti e delle famiglie, “quest’azione è in contrasto con la logica dello spirito mutualistico e la stessa identità di Itas”, per cui i sindacati chiedono il ritiro di questo piano industriale e la stesura di uno nuovo, in cui “non si taglino i costi sui dipendenti, ma si pongano in essere migliori azioni di penetrazione sul mercato”.
Per questo è stato proclamato lo stato d’agitazione sindacale e indetta per martedì 25 febbraio una manifestazione in piazza De Ferrari dalle 10 alle 13, cui parteciperanno i segretari confederali di Uilca, Cisl, Fna, Snfia e Cgil “cui ci auguriamo prendano parte anche le istituzioni”, conclude Zito.