In chiusura del mio ultimo post dello scorso 14 febbraio avevo formulato l’auspicio che già il 2020 possa riservare alla mia Genova e a tutta la Liguria degli scenari positivi e decisamente migliori rispetto a quelli che vengono presentati dalla delicata situazione socio-economica che stanno vivendo e che è divenuta particolarmente critica a seguito della tragedia del ponte “Morandi” nonché delle successive vicende che hanno investito soprattutto il sistema autostradale ligure, rivelatosi particolarmente fragile. Queste aspettative ineriscono l’Egomet cittadino, genovese e ligure – per quanto alcuni dei miei Compari di viaggio non esitano a mettere in discussione la mia genovesità per via della mia “cabibbaggine”, già peraltro segnalata ai lettori in un precedente blog –, ma naturalmente assumono una più immediata concretezza quando, come avviene abitualmente in questa rubrica, tratta tematiche che riguardano la sfera della sua vita personale con particolare riferimento al suo essere lavoratore e pendolare.
E questo mio modo di approcciare la realtà che mi circonda e in cui vivo, sempre teso a cogliere e ad apprezzare ogni più piccola circostanza che mi offra spunti ed elementi di positività interiore, mi induce ad evidenziare – come già fatto nelle precedenti puntate del 2020 - che l’inizio del nuovo anno ha fatto registrare una significativa inversione di tendenza in merito all’andamento dei treni nella tratta Milano-Genova con un apprezzabile miglioramento della puntualità e della regolarità del servizio. Questi segnali positivi si erano riscontrati già nel corso del 2019 allorché i treni da noi pendolari maggiormente utilizzati avevano offerto prestazioni decisamente migliori rispetto a quelle, pessime, del 2018. Invero il trend nel corso del 2019 non è stato continuo e i miglioramenti riscontrati in alcuni mesi si sono alternati ad altri periodi sicuramente meno performanti: ciò risulta evidente consultando la tabella pubblicata sul sito della Regione Liguria che riporta il quadro della situazione delle linee che servono Genova e la Liguria (la Genova - Acqui Terme; la Genova - Busalla / Arquata Scrivia; la Genova - La Spezia – Sarzana; la Genova – Ventimiglia; la Genova – Milano) e che evidenzia come nel corso del 2019 l'indice di affidabilità per linea, definito in relazione all'andamento della circolazione dei treni in termini di ritardi e soppressioni di treni di competenza del contratto di servizio di trasporto ferroviario 2018-2032, sia stato superato in sei mesi su dodici solo ed esclusivamente sulla linea Genova-Milano.
Ciò puntualizzato, va detto che nel corso delle prime settimane del 2020 il miglioramento delle performance è stato evidente e anche in occasione dell’incontro tenutosi presso la Regione Liguria il 13 febbraio scorso alla presenza dell’Assessore ai Trasporti della Regione Liguria e con la partecipazione dei vertici di Trenitalia e di Rfi (sì, proprio “lui”: uno dei famosi T.T. di cui al post del 17 gennaio 2020 “Comitati di pendolari e rapporti con istituzioni e aziende ferroviarie: i 'T.T.'”) gli esponenti (tra i quali il sottoscritto) di alcuni dei comitati pendolari intervenuti hanno da un lato riconosciuto il trend positivo delle prestazioni dei treni sulle suddette tratte liguri e dall’altro espresso il loro apprezzamento agli esponenti della “DPLH” di Trenitialia intervenuti (ossia la “Divisione Passeggeri Long Haul” ) per l’inserimento a bordo di alcuni InterCity del personale viaggiante pulitore che permette di garantire un maggior comfort durante tutta la durata del viaggio.
Come condiviso tra tutti i partecipanti all’incontro la strada da percorrere è ancora lunga ma riteniamo che l’aspettativa di noi pendolari a che questi segnali di miglioramento rappresentino l’inizio di una nuova fase del trasporto passeggeri, in particolare sulla tratta Genova-Milano, sia fondata. Naturalmente non verremo meno nei prossimi mesi al nostro impegno di monitorare nel continuo le prestazioni dei treni da noi maggiormente utilizzati rappresentando metodicamente e sistematicamente, sia all’Assessorato ai Trasporti della Liguria che a Trenitalia e a Rfi, le criticità che dovessero presentarsi, nell’auspicio che siano sempre più circoscritte ed episodiche.
Se passiamo dalla sfera più strettamente attinente agli interessi personali a quella della realtà sociale ed economico in cui vivo come cittadino, il 2020 può veramente rappresentare, a prescindere dalle opportunistiche prese di posizione di non pochi esponenti della politica locale e nazionale, un punto di svolta per Genova e per la Liguria. Certamente la ricostruzione in tempi record – almeno per le consuetudini italiche – del viadotto sul Polcevera e la necessaria attività di riparazione e di consolidamento nonché di messa in sicurezza dei viadotti e delle gallerie che caratterizzano tutta la viabilità autostradale ligure sono i punti nevralgici di quella strategia più globale che punta a rimettere in piedi, non solo metaforicamente, il nostro territorio e a far ripartire la sua economia. Strettamente legata a questa fondamentale serie di interventi relativi alle infrastrutture per il trasporto su gomma, e ad essa complementare, è l’altrettanto essenziale realizzazione delle opere che servono il trasporto, passeggeri e merci, su rotaia. Non voglio essere ripetitivo ma credo che anche per coloro che non utilizzano abitualmente il treno per viaggiare risulti chiaro ed evidente che una tratta così importante come quella che collega il capoluogo ligure a quello lombardo non può non essere dotata di quelle infrastrutture indispensabili sia per agevolare i flussi turistici verso il nostro fragile ma bellissimo territorio sia per rendere più fluido il trasporto delle merci da e verso il porto di Genova e della Liguria: parlo in particolare del “Terzo Valico”, del Quadruplicamento della tratta Tortona-Voghera-Pavia-Milano e del Nodo Ferroviario di Genova, solo per citare i principali. I tempi di realizzazione di tutte queste opere, soprattutto quelle ferroviarie, sono ancora lunghi e quindi, prima che Genova e la Liguria diventino veramente appetibili sia per i turisti sia per coloro intendessero trasferire le proprie attività e la propria residenza sul nostro territorio, saranno necessari alcuni anni.
A tal proposito le cronache recenti testimoniano che, nonostante alcune veramente lodevoli iniziative delle Istituzioni locali e la tenacia e la forza d’animo di molti imprenditori genovesi (operanti soprattutto, ma non solo, nel fondamentale settore marittimo), non poche attività produttive con brand storici di grande notorietà, anche a livello mondiale, hanno purtroppo chiuso i battenti a Genova: solo per citare i più famosi ricordo “Rinascente”, “Gucci” e “Ceres”. E leggendo le dichiarazioni degli esponenti delle suddette aziende apparse sui vari media emerge chiaramente come il dato comune che ha caratterizzato queste decisioni siano state la non strategicità e la carente funzionalità di Genova (che, invece, una città come Milano è in grado di garantire ai massimi livelli). Per non parlare poi delle decine e decine di piccoli esercizi commerciali che nelle zone vicine al ponte Morandi hanno dovuto cessare le loro attività per le molteplici difficoltà logistiche e, conseguentemente, per il drastico abbassamento della domanda.
Ma nonostante tutte queste criticità, a livello economico, sociale ed infrastrutturale, credo veramente che Genova possa rinascere e ritrovare quello splendore che ha vissuto per secoli. E quindi spero che coloro che si muoveranno verso la mia città, o per motivi turistici o per ragioni economico-imprenditoriali, non vengano più “Con quella faccia un po'così - Quell'espressione un po'così - Che abbiamo noi prima d'andare a Genova” ma con la consapevolezza che essa veramente può offrire loro opportunità e situazioni sempre più attraenti, da tutti i punti di vista.
A me personalmente Genova offre sempre tante suggestioni come quella che ho vissuto domenica scorsa, in mattinata, sul lungomare a levante della città mentre osservavo lo splendido orizzonte immortalato nella foto. E tali bellissime sensazioni sono rimaste ancora più impresse nella mia mente e nel mio cuore perché nello stesso tempo ascoltavo nelle cuffie il bellissimo brano “Close to Home” del grande musicista-pianista Lyle Mays, molto legato a Pat Metheny e per decenni uno dei componenti principali della sua band, che ci ha lasciati prematuramente pochi giorni fa. Per sentirmi bene, nel profondo del mio animo, non ho bisogno di fare mirabolanti viaggi in località esotiche: mi basta rimanere close to home.