Attualità - 21 febbraio 2020, 16:08

Polizia locale e assistenti sociali a lezione “di strada” dal Gruppo Abele

160 dipendenti comunali studieranno l’approccio con i senzatetto, il corso di formazione partirà a fine febbraio

Quale distanza fisica rispettare quando ci si avvicina ad un senzatetto, come comportarsi nei casi di aggressività o alterazione per l’alcol, quale tono di voce usare: sono alcune delle materie di studio per la Polizia locale e gli assistenti sociali per un totale di 160 dipendenti che operano con chi vive in strada; il corso sarà tenuto dal Gruppo Abele e partirà a fine febbraio e sarà ripetuto per quattro edizioni ogni delle quali è articolata in dodici ore di lezione divise in quattro incontri di tre ore, più una giornata conclusiva seminariale.

Il Comune di Genova ha deciso di avviare un corso di formazione per fornire agli operatori una sorta di vademecum su come comportarsi nel primo approccio, spesso difficoltoso anche perché chi indossa una divisa può suscitare timore da parte di chi vive in strada. Gli operatori verranno aiutati a saper leggere le situazioni di vulnerabilità e marginalità e ad individuare le migliori modalità per gestirle disinnescando le escalation di conflitto in situazioni spesso ad alto impatto emotivo. Oltre ad affinare le competenze relazionali e comunicative l’obiettivo è di aumentare la collaborazione all’interno della rete di enti pubblici e privati che si occupano dell’accoglienza di persone straniere e non, questo perché gli agenti svolgono azioni di controllo, ma prestano anche attenzione ai bisogni espressi dalle persone che incontrano. Durante il corso saranno anche approfondite le conoscenze delle risorse presenti sul territorio, per orientare al meglio le risposte ai problemi dei cittadini e affinché gli agenti non siano soli nella gestione delle situazioni critiche.

«Il reparto sicurezza urbana – spiega il comandante della Polizia locale Gianluca Giurato – lavora spesso a contatto con persone che vivono un disagio sociale, che a volte è anche sanitario e psicologico; al di là dei controlli di polizia vogliamo migliorare le nostre possibilità di approccio anche per non vanificare i tentativi di contatto fatti dalle associazioni del terzo settore rispetto alle quali abbiamo finalità diverse ma che possono convergere».

Redazione