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| 18 febbraio 2020, 11:50

Processo Massari, in Tribunale il killer a 360°: "Non parlate di femminicidio, non sono un mostro"

"Ho ucciso una persona che mi ha tolto tutto, non per gelosia". Il killer di Deborah Ballesio ha specificato con una lunga deposizione da quando ha conosciuto l'ex moglie, al locale incendiato fino alla sua costituzione a Sanremo

Processo Massari, in Tribunale il killer a 360°: "Non parlate di femminicidio, non sono un mostro"

Una deposizione spontanea dove ha illustrato cronologicamente tutti i fatti degli ultimi anni, dall'inizio della relazione con l'ex moglie, ai soldi prestati per aprire il night "Il Follia di Altare" al quale poi ha dato fuoco. Poi l'uscita dal carcere nel 2018, i 15 mesi ospitato dalla sua amica e infine l'omicidio.

Domenico "Mimmo" Massari, il killer che il 13 luglio scorso uccise l'ex moglie Deborah Ballesio sparandole sei colpi di pistola ai bagni Aquario di via Nizza a Savona, in aula questa mattina è stato un fiume in piena, fornendo una lucida e  lunga deposizione davanti al giudice Marco Canepa e Francesco Giannone e ai giudici popolari. Una lettera dove si è soffermato su diversi passaggi, accusando anche la stampa di aver distorto la verità.

Massari è accusato di omicidio volontario premeditato, lesioni personali (aveva ferito due donne e una bambina), ricettazione, porto e detenzione abusiva di pistola (una Smith & Wesson 357 Magnum che era poi risultata come rubata) e possesso di coltello.

L'uomo, difeso dall’avvocato Alessio Di Blasio, in quella notte d'estate si era vendicato contro la donna, 40enne, che si stava esibendo in una serata dedicata al karaoke uccidendola con sei colpi d'arma da fuoco uno dei quali, letale, alla testa. 

"Dopo vari incontri sono andato a vivere a casa sua, successivamente ci siamo sposati e mi ha detto di essere una spogliarellista da 15 anni. Avevo aperto un locale ad Altare e l'ho intestato a lei perchè avevo un debito con Equitalia di 600mila euro. Gli ho dato i soldi per la ristrutturazione, per il mutuo, per una macchina, avevo investito circa 400mila in contanti, proventi di vari locali in Spagna e spaccio di sostanze stupefacenti" ha specificato il killer.

"Non mi facevano entrare nel locale le forze dell'ordine durante la ristrutturazione, ma era stato studiato tutto a tavolino con sua mamma - ha continuato Massari che ha specificato che sono iniziati i primi problemi con l'ex moglie, non di natura sentimentale ma economica - c'era un divieto di avvicinamento e gli mandavo anche degli sms dove le dicevo che le davo fuoco al locale, a me di lei non mi importava più. Gli avevo allagato la casa e poi ho dato fuoco al night con 200 litri di benzina, costituendomi ai carabinieri di Cairo".

Dopo l'incendio del locale, Massari nel 2015 è stato in carcere per 3 anni e due mesi.

"Potevo ucciderla prima, volevo solo i miei soldi, quando sono uscito ho fatto passare una quarantina di giorni per prendere il denaro nascosto in un terreno a Plodio (250-300mila euro) però le arbanelle non c'erano più. Sono caduto in uno sconforto, in una grande crisi depressiva e sono stato ospite della mia figlioccia che mi ha mantenuto per un anno intero. Non potevo non aiutarla, la sua bimba è stata la mia ragione di vita. Mi sono nascosto alla Madonna del Monte un giorno intero, sono sceso il giorno dopo andando a Vado" ha continuato il killer del karaoke specificando cosa è avvenuto i mesi prima dell'omicidio e nei momenti immediatamente successivi, dove ha incontrato il giovane 20enne di Quiliano Antonio Moio costretto a portarlo in auto in carcere a Sanremo (LEGGI QUI)

"Ho pensato di costituirmi appena arrivati al casello e gli ho detto che saremo andati a Sanremo solo dopo che avevo saputo di aver ferito una bambina, se non mi diceva così non mi sarei mai costituito, mi sarei nascosto su una montagna" precisa. 

"Non ammetto il sequestro di persona, non mi sono costituito perchè ero braccato. I giornalisti parlano di femminicidio, di abusi, maltrattamenti, solo per farmi sembrare un mostro. Ho ucciso una persona che mi ha tolto tutto, non per gelosia. Sono un uomo di principio con valori. Ho sbagliato, le volevo anche bene, subito, poi è successo quello che ho successo, vorrei che le persone dicessero la verità, condannatemi per i reati che ho fatto, non fatemi passare come un mostro. Se fosse stato un uomo avrei fatto lo stesso, non si parli di femminicidio però. Non ho mai toccato una donna in vita mia" conclude Domenico "Mimmo" Massari.

Il processo proseguirà il prossimo 9 marzo.

Luciano Parodi

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