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Politica | 18 febbraio 2020, 10:46

Ponte Morandi, proposta una targa per commemorare Bruno Casagrande e Mirko Vicini

La richiesta arriva dal gruppo consiliare della Lega a Palazzo Tursi, attraverso una mozione: “Il ricordo di questi due lavoratori deve rimanere sempre. Venga installata una scritta presso la sede di Amiu”

Ponte Morandi, proposta una targa per commemorare Bruno Casagrande e Mirko Vicini

Morirono così, senza un senso, senza un perché, senza una ragione, mentre stavano svolgendo il loro lavoro. La mattina del 14 agosto del 2018, alle ore 11,36. Quando crollò il Ponte Morandi, Bruno Casagrande e Mirko Vicini erano lì sotto, stavano operando presso l’isola ecologica di Amiu, quella che stava proprio in basso, rispetto al viadotto sul torrente Polcevera. Le macerie li travolsero entrambi, mentre erano a bordo di un furgoncino, e fu così che lasciarono le loro famiglie. Per sempre.

Casagrande e Vicini sono due delle quarantatré vittime di Ponte Morandi, di quella immane tragedia di quasi due anni fa. Due genovesi, due lavoratori, due persone che, proprio in quel periodo, si stavano riaffacciando a un impiego, dopo un momento non semplice.

A loro, in loro memoria, si vuole oggi dedicare una targa commemorativa. Un piccolo gesto, ma fortemente simbolico, pure questo per non dimenticare mai la tragedia che colpì Genova e le persone che persero la loro vita.

La proposta arriva dal gruppo consiliare a Palazzo Tursi della Lega, attraverso la mozione 27/2020, che verrà discussa in una delle prossime sedute. Lorella Fontana, capogruppo del Carroccio in Sala Rossa, insieme ai colleghi Fabio Ariotti, Maurizio AmorfiniDavide Rossi e Luca Remuzzi, chiede al sindaco di Genova, Marco Bucci, e alla Giunta Comunale, di “attivarsi affinché venga posizionata, in una sala della sede Amiu, una targa commemorativa dedicata a Bruno Casagrande e Mirko Vicini, a nome dell’amministrazione comunale e dell’azienda, nel doveroso ricordo del sacrificio delle loro vite sul posto di lavoro in quel tragico 14 agosto 2018”.

I consiglieri della Lega ricordano che “la tragedia di Ponte Morandi resterà sempre una ferita nei cuori di tutti i genovesi e, come amministrazione comunale, si renderà sempre merito e onore ai due dipendenti Amiu che hanno perso la vita proprio sul luogo di lavoro, l’isola ecologica sul lungo Polcevera a Genova Campi. Bruno Casagrande, il cui corpo venne ritrovato fra le macerie del capannone, aveva trovato impiego come precario in Amiu dopo due anni di disoccupazione e ha lasciato moglie e due figli. Mirko Vicini, come si rammenterà, è stato l’ultimo corpo estratto, delle quarantatré vittime, dopo quattro giorni di estenuanti ricerche. Anch’esso precario, aveva firmato da poche settimane il contratto come stagionale. Il suo corpo era rimasto intrappolato da uno dei grossi blocchi di cemento contenenti la struttura del pilone del ponte”.

Nel testo della loro mozione, i consiglieri della Lega fanno presente anche che “il giorno dei funerali, ed in quell’occasione ancora non era stato trovato il corpo di Mirko Vicini, con grande dignità tutti i colleghi delle due vittime presenziarono indossando con orgoglio le loro divise da lavoro, toccati nel profondo per quelle morti di colleghi. Sia il giorno del crollo che i giorni a seguire hanno sempre mostrato grande senso di responsabilità e del dovere dato il loro grande contributo al lavoro, così come la Polizia Locale, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco e tutti i volontari della Protezione Civile e delle Pubbliche Assistenze, per riportare Genova al suo aspetto migliore. Per questo, sarebbe un gesto importante poter fissare presso la sede di Amiu il ricordo di questi due sfortunati lavoratori”.

Intanto qualche giorno fa, il 14 febbraio, a diciotto mesi dal crollo del Ponte Morandi, i familiari delle quarantatré vittime del disastro sono tornati in piazza con un presidio, per ricordare, per chiedere giustizia e sicurezza sulle strade. A Genova, alle 11,36, il traffico si è fermato sulla rampa della A7 che conduce al casello di Genova Ovest.

Circa un centinaio di manifestanti, con quarantatré rose bianche in ricordo di ciascuna vittima, hanno bloccato la viabilità e osservato un minuto di silenzio, poi c’è stato un lungo applauso, al quale si sono uniti anche gli automobilisti fermi nel traffico, attorno a loro. “Un luogo diverso che ci riporta purtroppo alla nostra tragedia, un luogo in cui noi in questo momento poniamo l’attenzione perché nessuno debba mai più passare quello che stiamo passando noi, perché le strade siano più sicure per ogni cittadino”, ha raccontato proprio Paola Vicini, la mamma di Mirko, l’ultima vittima ad essere ritrovata sotto le macerie. A pochi metri dal presidio, la sede della Direzione Primo Tronco di Autostrade di Genova, dove i familiari in corteo, dopo il minuto di silenzio, sono entrati e hanno depositato i fiori, sulla porta d’accesso agli uffici, fissati proprio accanto alla scritta ‘Autostrade per l'Italia’. Alle famiglie è arrivata la solidarietà dei lavoratori di Aspi presenti nella sede genovese.

 

Alberto Bruzzone


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