Via libera all’autoparco dietro Villa Bombrini a Cornigliano, in cambio si dovrebbero accelerare i lavori di Via Cornigliano, già in ritardo nella realizzazione.
Il consigliere regionale Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale: “La tattica di Bucci come al solito baratta i diritti con le parole e quello che deve avvenire perché già programmato e deciso (i lavori di Via Cornigliano) sono mezzi di scambio per l’autoparco di Villa Bombrini. La vicenda rappresenta in modo chiaro come Bucci si pieghi ai voleri del potere economico di questa città”.
Alla luce di tale avvenimento il consigliere Pastorino lancia un invito: “Credo debba esserci una risposta alta sia giuridica sia sociale per impedire la realizzazione dell’autoparco. In questo le Istituzioni dovrebbero fare la propria parte: in primis il Municipio Medio Ponente, il soggetto istituzionale maggiormente impattato, dovrebbe dare un forte segnale di opposizione. La vicenda è emblematica e, a nostro giudizio, non ammette tentennamenti, perché chiama in causa in realtà il delicato rapporto tra politica e mondo industriale, la salvaguardia del bene pubblico e le esigenze dello sviluppo economico del territorio”.
Continua il consigliere Pastorino: “Per anni questa Regione e questa città non hanno trovato un equilibrio, per anni, anche aree di pregio, sono state messe a disposizione di noti gruppi industriali che ne hanno tratto grandi profitti, o, in alternativa, hanno tenute ferme aree di sviluppo della nostra Regione: si pensi, ad esempio, alla annosa questione di una vera area attrezzata per i camion da collocarsi magari in prossimità dell’aeroporto, proprio lì dove per molto tempo si sono trovati i container vuoti del Gruppo Spinelli. Questa città ha pagato servitù industriali spesso inevitabili, ma anche servitù di altro tipo”.
“Bucci – da qui l’affondo del capogruppo di Linea Condivisa - evidenzia la sua naturale tendenza a guardare solo al mondo dell’impresa, evitando di trovare una sintesi tra potere economico e tutela territoriale, paesaggistica, urbanistica e sociale del nostro territorio. Bucci conferma ancora una volta la sua naturale tendenza a dire “comando solo io”, come se fosse a capo di un’azienda e non democraticamente eletto da persone che gli hanno affidato il compito di trovare un difficile equilibrio per la città".