Alcuni orgogliosi produttori astigiani, convinti della bontà dei loro prodotti propongono un nuovo percorso esperienziale (così vengono oggi definiti dal moderno marketing queste proposte turistiche) ai sempre più numerosi turisti, che sono attratti dall’eccellenze enogastronomiche. Un territorio dal grande valore gastronomico e spesso poco conosciuto viene proposto attraverso visite, degustazioni ed eventi, in grado di attrarre turisti, con nuove occasioni e motivazioni di visita e vacanza.
I numeri sono piccoli, ma la valenza economica enorme: un consorzio, sei produttori, sette formaggi e sette posti bellissimi.
Si comincia a Roccaverano con la sua robiola, che ha appena festeggiato 40 anni di DOP, prodotta da 17 aziende riunite in Consorzio. Si continua a Cessole, con la Toma di pecora di Bricco della Croce, e Loazzolo, a godere del Blu di Loazzolo, erborinato di latte vaccino prodotto dalla famiglia Castellero. E ancora a Moasca per la Ruota de I formaggi di Moasca: capra, stagionato almeno una decina di mesi. Poi più a nord, a Monale, altre capre ed altre esplosioni di gusto con la Robiola di Monale di Cascina Aris, e quella di Capriglio di Capre e Cavoli. Si chiude a Cocconato, con la Cocconà del caseificio Balzi, formaggio a pasta molle, dalla tipica forma tonda e piatta.
La via dei formaggi Astigiani propone non solo DOP, ma un universo di formaggi stagionati ed erborinati, sia da capra o pecora che da vaccino, con un giro d'assaggi, che può partire dalle gustose tome fresche per arrivare a formaggi di capra stagionati. Nei ristoranti del percorso inoltre potranno essere apprezzati in diverse preparazioni come gnocchi affogati in una salsa al blu di capra o asparagi con pezzetti di toma. E poiché siamo in una zona di grandi vini il modo migliore per apprezzare questi formaggi è quello di accompagnarlo ad un buon bicchiere di vino.