Si è aperto questa mattina il processo in Corte d’Assise in Tribunale a Savona che vede coinvolto il killer che il 13 luglio uccise l'ex moglie Deborah Ballesio sparandole sei colpi di pistola ai bagni Aquario di via Nizza a Savona.
Domenico "Mimmo" Massari, 54 anni, non presente in aula questa mattina e difeso dall’avvocato Alessio Di Blasio, in quella notte d'estate si era vendicato contro la donna, 40enne, che si stava esibendo in una serata dedicata al karaoke uccidendola con sei colpi d'arma da fuoco uno dei quali, letale, alla testa.
Di fronte ai giudici Marco Canepa e Francesco Giannone e ai giudici popolari, per l'accusa era presente il pm Chiara Venturi, una legale delle parti civili in rappresentanza di una donna ferita e l'avvocato difensore.
Il processo, visto che non sono state sollevate eccezioni è stato rinviato al prossimo 18 febbraio, nel quale verranno ascoltati lo stesso Massari e i testimoni.
L'avvocato difensore ha richiesto l'acquisizione dei documenti scritti da Deborah Ballesio nel 2013 che chiariva che tutti i soldi o buona parte di essi per l'acquisizione del locale "Il Follia" di Altare le erano stati forniti da Massari.
Massari, dopo l'omicidio, si era poi dato alla fuga, era subito partita la caccia all'uomo da parte delle forze dell'ordine, ma il killer due giorni dopo, intorno alle 5.30 del 15 luglio (è accusato anche di sequestro di persona per aver costretto, minacciandolo, un auto-mobilista ad accompagnarlo a Sanremo) si è costituito davanti al carcere sanremese e per farsi riconoscere dagli agenti della penitenziaria aveva sparato tre colpi di pistola in aria.
Nell'interrogatorio subito dopo l'arresto Massari aveva specificato che non si trattava di un omicidio passionale ma legato a un motivo economico.
Massari aveva dato fuoco anni prima al night "Follia", un club di lap dance che insieme alla donna aveva avviato ad Altare. Anche il vicino mobilificio ne era risultato gravemente danneggiato. Per quel fatto aveva patteggiato una pena di tre anni e due mesi. Ed era scattato il divieto di avvicinarsi a Deborah Ballesio, alla quale, fra l'altro, aveva anche incendiato l'appartamento situato a Plodio.
Il pm Chiara Venturi aveva richiesto al gip Fiorenza Giorgi il giudizio immediato dopo la confessione del killer e i risvolti accertati. Si è costituita come parte civile al processo solo una delle persone rimaste ferite la sera della sparatoria.
È accusato di omicidio volontario premeditato, lesioni personali (aveva ferito due donne e una bambina), ricettazione, porto e detenzione abusiva di pistola (una Smith & Wesson 357 Magnum che era poi risultata come rubata) e possesso di coltello.