"Chiarezza per il presente e occasione di sviluppo per il futuro. Sono queste le richieste che abbiamo avanzato quest'oggi al MIT per Funivie". È il commento degli assessori regionali allo sviluppo economico e al lavoro, Andrea Benveduti e Gianni Berrino, al termine della riunione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per esaminare le questioni inerenti a Funivie Spa di Savona.
"Avevamo già suggerito una strada praticabile al Governo, con una lettera del 10 dicembre alla quale non era seguita alcuna risposta - aggiunge Berrino - Questa mattina abbiamo dunque chiesto di farci sapere nel più breve tempo possibile chi farà cosa: il ministero del lavoro deve attivarsi immediatamente per la concessione della cigs agli 87 lavoratori, per la quale ci sono ancora 20 milioni di fondi non utilizzati. Ma occorre farlo in tempi brevissimi perché la deadline per i lavoratori è alla fine di gennaio".
"Il maltempo delle scorse settimane - continua Benveduti - ha danneggiato le installazioni di un'azienda che già versava in uno stato di difficoltà. La fragilità infrastrutturale e del territorio, unita alla deindustrializzazione degli ultimi decenni, è simbolo del dramma che ci ritroviamo oggi a vivere. Oltre a sottolineare l'importanza della tutela di ogni singolo posto di lavoro, abbiamo nuovamente chiesto una chiara e definita strategia relativa a questa antica, ma modernissima nella concezione, infrastruttura. Riteniamo non solo che debba essere velocemente ripristinata l'infrastruttura danneggiata, ma che debba essere esplorata la possibilità, con ulteriori investimenti, di estendere le opportunità di business, a garanzia di una piena sostenibilità economica.
Un servizio "green", integrato alla portualità savonese, tramite il quale nuove aree per movimentazioni e stoccaggi potrebbero essere messe a disposizione, con ulteriori possibilità di sviluppo e lavoro e maggiori e più solide possibilità di concessione. Chiediamo finalmente di sapere, ammesso che esista, la strategia industriale e infrastrutturale del governo. Altrimenti si dica chiaramente che il futuro è il trasporto su camion e che un’altra parte della nostra storia industriale verrà abbandonata. Senza dimenticare la questione contigua di Italiana Coke".