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Politica | 30 dicembre 2019, 16:17

Cep, in via Martiri del Turchino arriva finalmente il tubo dell’acqua

Per tre anni centinaia di persone sono rimaste allacciate alla rete idrica tramite un bypass provvisorio: ad interessarsi della questione il consigliere municipale Bruzzone insieme ai colleghi regionali Pastorino e Battistini

Cep, in via Martiri del Turchino arriva finalmente il tubo dell’acqua

Tutto è bene quel che finisce bene. Per quanto con un ritardo sovraumano. Nei palazzi di via Martiri del Turchino al Cep, precisamente i civici tra il 117 e il 123, quest’anno non poteva arrivare regalo di Natale più gradito: il tubo per l’approvvigionamento idrico dei caseggiati, che era ‘provvisorio’ dal 2016, è stato finalmente sostituito con uno definitivo.

I lavori sono stati eseguiti e, adesso, c’è un collegamento alla rete dell’acqua finalmente degno di questo nome. A darne notizia, nei giorni scorsi, è stato il consigliere municipale di A Sinistra, capogruppo al VII Ponente, Filippo Bruzzone, che è stato tra quelli a interessarsi di più della questione, anche con l’appoggio dei ‘suoi’ consiglieri regionali di riferimento, ovvero Giovanni Battista Pastorino e Francesco Battistini di Linea Condivisa. La vertenza infatti, trattandosi di edifici di proprietà di Arte (l’Azienda regionale territoriale per l’edilizia della provincia di Genova), è stata affrontata nella sede istituzionale della Regione, dove i due rappresentanti hanno sollecitato più volte l’assessore all’Edilizia, Marco Scajola, affinché si addivenisse a una soluzione.

Lieto finale, quindi, ma non si può non rimarcare, con il medesimo sconcerto, quanto tempo sia dovuto passare per eseguire un intervento non certamente complesso. “Ho fatto un sopralluogo al Cep - scrive Filippo Bruzzone - Finalmente alcuni interventi richiesti sono partiti: nuovo tubo dell’acqua in via Martiri del Turchino, pulizia marciapiede in via De Sanctis. C’è ancora molto da fare, ma è già qualcosa”. La ‘battaglia’, in effetti, è stata lunga. Per più di tre anni, il tubo ‘volante’ ha tenuto in ansia questi caseggiati, dove vivono centinaia di persone. Perché, specialmente con il freddo, la conduttura era soggetta a gelate, e non sono mancate le occasioni in cui le case sono rimaste senz’acqua.

Poi, a novembre, dopo una serie di interrogazioni sia in Consiglio municipale che in Consiglio regionale, l’assessore Scajola aveva dato la notizia dell’inizio lavori: “L’Arte di Genova - scriveva il rappresentante della Giunta regionale, nel testo di risposta all’interrogazione di Pastorino e Battistini - interpellata per l’acquisizione di notizie aggiornate in merito alla nota questione, ha fatto presente che per quanto concerne i civici 117-123, a seguito dell’avvenuta assegnazione all’azienda della seconda tranche del finanziamento regionale per la realizzazione del programma ‘Vivibilità e sicurezza’, con cinquecentomila euro, è stato possibile attivare l’iter per l’affidamento dei lavori, al fine di risolvere definitivamente le problematiche a suo tempo evidenziate e già affrontate mediante un intervento provvisorio alle tubature. L’Arte prevede di iniziare le opere entro la fine di ottobre 2019”. C’è stato, poi, qualche ulteriore giorno di ritardo, ma alla fine l’intervento è stato eseguito, ed è questa la cosa che più conta.

Per un problema che si chiude, però, ve ne sono molti altri che rimangono aperti, o che si riaprono. Sulle colline tra Pra’ e Voltri, non pare esserci pace. Nelle scorse settimane, sono ricominciati, a livello massivo, i fenomeni di abbandono dei rifiuti ingombranti. Enormi cataste di immondizia hanno iniziato a comparire nelle zone meno battute del quartiere. Anche qui, è giunta puntuale la segnalazione da parte di Bruzzone. Sono giornate di superlavoro, per l’Amiu, come normalmente avviene durante le festività, ma anche qui occorre intervenire quanto prima, per evitare che la situazione sfugga completamente dal controllo. Quanto meno, infatti, una discarica abusiva viene ‘gestita’ e contenuta, quanto più tende ad allargarsi, sino a diventare enorme. Ed è proprio questo lo scenario che al Cep si vorrebbe evitare.

Alberto Bruzzone


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